12 ottobre 2007

Dal Myanmar (Birmania)

Dal Myanmar (Birmania) ci scrive il nostro amico Paolo Cerati (Iche)

Cari amici di San Barnaba,
qui a Myanmar la situazione è tornata alla normalità (se di normalità si può parlare), ma rimane il coprifuoco che durerà per altri due mesi. Vi assicuro che quando ti tolgono la libertà di entrare e uscire liberamente, ti senti davvero prigioniero in casa.
Molti monaci sono misteriosamente scomparsi: alcuni sostengono che siano stati costretti a tornare nel loro paese, altri dicono che sono stati uccisi.
Durante la notte i militari passano per le strade con i loro camion e con gli altoparlanti intimano alla popolazione di non uscire.
Minacciano le persone comunicando pubblicamente che sono in possesso delle foto di coloro che intendono arrestare, perché accusati di essere nemici del governo. In questo modo incutono terrore non solo nei manifestanti e nei loro familiari, ma anche nella gente comune, perché tutti sanno che spesso gli arresti sono effettuati assolutamente a caso.
Inoltre, il governo costringe la gente a essere presente alle manifestazioni a suo sostegno.
Qui siamo ancora isolati per quanti riguarda internet e non si sa quando potremo ricollegarci.
I negozi chiudono prima del previsto per permettere alla gente di essere a casa prima che faccia buio.
Il numero totale delle vittime delle sommosse è impossibile da stabilire (si parla di duecento) anche perché vanno contati i dispersi...
Questo paese è tristemente famoso per la facilità con cui la gente sparisce. È accaduto nell´88, sta accadendo anche adesso.
Ora tutto è in mano alla diplomazia. Alcuni monaci stanno portando avanti uno sciopero della fame e forse ritorneranno a protestare...
sempre se li lasciano uscire. I monasteri infatti sono chiusi e pattugliati dalla polizia: non lasciano entrare nessuno, non entra neanche il cibo.
Vi terrò aggiornato
Un abbraccio
Iche