09 novembre 2007

FARSI PROSSIMO … ANCORA

A vent’anni dal Convegno Farsi Prossimo e dall’Enciclica Sollicitudo rei socialis
IL TEMA
Il tema di quest’anno: “FARSI PROSSIMO … ANCORA – A vent’anni dal Convegno Farsi Prossimo e dall’Enciclica Sollicitudo rei socialis” si riferisce a due importanti ventennali che si sono celebrati tra lo scorso anno e quello in corso. Si tratta di due pietre miliari per chi, come noi, si trova ad operare nell’ambito della carità, per la lotta contro l’esclusione sociale, ma anche per far crescere questa sensibilità all’interno della comunità cristiana e civile. A livello diocesano e della Chiesa universale questi due eventi segnarono un punto di non ritorno che ha però costantemente bisogno di essere riappropriato da chi ha a cuore una fede capace di farsi prossimità verso gli ultimi. Il Convegno Farsi Prossimo sottolineò come sfida urgente - e attuale ancora oggi - l’educazione alla carità nella comunità cristiana. Così ci sollecitava il Card. Martini nei suoi interventi in occasione di questo grande evento:
“Tenterò di specificare questo volto di Chiesa (Chiesa della Parola, della preghiera, dell’Eucaristia, della missione, della carità)… Sottolineerei, per esempio, la vivificazione che viene alla comunità dalla condivisione. Una comunità che, per così dire, viene educata dai poveri; nel senso che dei poveri si interessa e che dai poveri riceve il suo modo di essere, così come il samaritano dal ferito che incontra sulla strada riceve la sua dignità teologica permanente. Una Chiesa che si lascia educare dai poveri, che diventa Chiesa di condivisione mediante la comunione dei beni in tutte le forme. Una Chiesa dalla carità, della carità, per la carità, dove è preoccupazione fondamentale l’educazione alla carità. Una Chiesa che esprime questa sua realtà con discorsi continuamente rafforzati dall’esemplificazione, tesi alla pratica” (Omelia in chiusura del Convegno, Milanofiori 23 Novembre 1986).
Una carità che anima anche l’azione dei cristiani nel loro agire responsabile nell’ambito della società. Ecco perché è indispensabile formare uomini e donne disponibili a impegnarsi anche nei diversi campi del servizio sociale, amministrativo e politico proprio a partire dalla loro ispirazione cristiana.
“Vorrei qui accennare anzitutto a ciò che caratterizza in maniera peculiare il modo di essere della chiesa nella società, che è il modo del servizio, dell'attenzione all'uomo, della dedizione di sé fino al dono della vita.
L'essere cristiani, come ho ricordato nell'omelia finale, non è caratterizzato dall'andare a messa alla domenica ma dal vivere per gli altri, fondato sul fatto che si va a messa alla domenica. Non vive dell'Eucaristia se non chi dona corpo e sangue per i fratelli come Gesù. La chiesa non ha altro modo di essere nella società: la sua ambizione è di servire, a partire dagli ultimi. Perché questo desiderio rimanga sempre nella sua incandescenza, occorre mettersi alla scuola dei poveri, dei più poveri, stare con loro, condividere il più possibile con loro” (Lettera alla Diocesi “Farsi prossimo nella città”, Milano 6 Dicembre 1986).