25 ottobre 2008

SPECIALE SAN PAOLO

SIAMO GIUSTIFICATI IN CRISTO GESÙ

Dopo aver attentamente ascoltato la parola di Paolo che è parola di Dio, proviamo a far risaltare alcuni temi che possano essere utili alla nostra crescita spirituale personale e comunitaria.
Per prima cosa rileviamo come Paolo entri immediatamente in comunione con i cristiani di Roma che egli ancora non conosce. Ne ha sentito parlare e questo è per lui sufficiente per irrompervi: che li unisce è la medesima fede in Gesù Cristo e l’amore di Dio Padre. Manifesta immediatamente il desiderio di vederli, di scambiarsi i doni, di sentirsi confortato nella stessa fede in Gesù e promette loro di renderli partecipi dei doni dello Spirito Santo. Infine rivela lo scopo primo della sua visita: “Il mio compito è di rivolgermi a tutti: ai popoli di civiltà greca e agli altri, alla gente istruita e agli ignoranti; e per quanto dipende da me, sono pronto ad annunziare il messaggio di Cristo anche a voi che siete in Roma.”
Rileviamo quindi quanto sia forte, fondamentale in Paolo la convinzione della potenza del Vangelo che salva, che è potenza di Dio che salva mediante la fede nel figlio Gesù. La fede, per noi cristiani, non è una dottrina, né una filosofia, neanche una religione: è una persona, Gesù Cristo, questo Gesù che ci ha amato fino a morire e a morire in croce. E la fede è l’abbandono in Lui che ci salva. In noi deve radicarsi la certezza che Dio in Gesù ci ama così come siamo, con i nostri peccati, con le nostre debolezze, invidie, ingiustizie. … e tutto ciò gratuitamente! Una volta liberamente accettato questo dono mediante la conversione del cuore noi dobbiamo sentirci giustificati, cioè resi “giusti”, sentirci nella condizione di “salvati”. Questa giustificazione gratuita mediante la fede tuttavia non ci libera dalla condizione di uomini deboli e peccatori; la fede deve diventare esperienza vissuta per ogni credente. Come fare? Noi cristiani cattolici – afferma Raniero Cantalamessa - riconosciamo nel sacramento della riconciliazione un eccellente e infallibile mezzo per rinnovare ogni volta l’esperienza della giustificazione mediante la fede. Nella confessione Cristo prende su di sé i miei peccati e io prendo su di me la sua giustizia, cioè la sua misericordia, il suo amore.
Da notare che la passione di Dio per l’uomo non è mai venuta meno nel tempo: l’ha dimostrato nell’Antico Testamento quando in vista del perdono tollerava pazientemente i peccati commessi. Nel Nuovo Testamento ci ha offerto Gesù che con la sua morte e resurrezione ci ha definitivamente liberato dal peccato e attirati a sé. Questo ininterrotto miracolo di salvezza continua sotto i nostri occhi con l’infaticabile opera della Chiesa nell’annuncio del Vangelo.
Proviamo ora ad osservare qual è in Paolo il comportamento di Dio nei confronti di ciascuno di noi personalmente e di tutta l’umanità. Egli si presenta come giudice. Scrive san Paolo: “Dio ripagherà ciascuno secondo le proprie azioni. Darà vita eterna a quelli che cercano gloria, onore e immortalità facendo continuamente il bene; manifesterà la sua collera e la sua indignazione contro quelli che sono egoisti e non seguono la verità, ma obbediscono a tutto ciò che è ingiusto.” Il Dio giusto e severo che condanna chiunque opera il male non ci deve disorientare perché noi cristiani siamo stati graziati, resi giusti al suo cospetto per i meriti di Gesù Cristo. In Gesù e con Gesù si è manifestata la giustizia di Dio – dice ancora Raniero Cantalamessa – equivale a dire: si è manifestata la bontà di Dio, il suo amore, la sua misericordia. Non sono gli uomini che, improvvisamente, hanno mutato vita e costumi e si sono messi a fare il bene; la novità è che Dio ha agito, ha teso per primo la sua mano all’uomo peccatore e la sua azione ha compiuto i tempi.
Concludiamo questo momento rilevando dall’insieme del messaggio di Paolo che tutti, proprio tutti siamo salvati in Gesù Cristo. A tutti è data la possibilità di essere graziati se verrà accolto il dono gratuito dell’amore di Dio in Gesù. Come potrà avvenire questo? E’ un mistero dell’amore giusto e misericordioso di Dio.