14 novembre 2008

Padre JOMON: ULTIMISSIME DA HONG KONG

Ciao Don Giorgio,
come stai? Spero che tu stia bene. Come va il lavoro della chiesa? Scusami tanto per il lungo silenzio. Questi mesi sono stati per me molto impegnativi, perché ero da solo in parrocchia e sono anche stato in Cina per qualche settimana. Ero anche occupato con le celebrazioni del nostro 150.mo di presenza a HK (n.d.r.: Hong Kong), un lavoro non facile organizzare e coordinare le cose. Con lo sforzo e la collaborazione di tutti, abbiamo ottenuto un risultato soddisfacente. Il sostegno e la stima di tanti amici, è stato un grande incoraggiamento per tutti noi a proseguire nella missione che il Signore ci ha affidato. E’ stato un momento forte e un’occasione per ripensare alla nostra storia come istituto e al nostro impegno nell’evangelizzazione.

Il nostro lavoro pastorale e missionario nella diocesi di Hong Kong continua in modo molto impegnativo, sia nella parrocchia che nelle scuole e nel campo sociale. Mi impegno anche nella formazione del catecumeni nella parrocchia.

La Cina, come tutte le società, continua la sua corsa verso il progresso e necessariamente è costretta, anche senza volerlo, ad aprirsi agli altri. Nonostante certe apparenze di restrizioni e chiusure, come nel caso delle Olimpiadi, è indubbio un certo ottimismo per il futuro; del resto sappiamo bene che la storia non è nelle nostre mani, né nelle mani dei governanti, ma c’è un Altro che la guida e sa dirigere gli avvenimenti, secondo il suo piano di salvezza. Questo ci riempie di fiducia e ci dà la serenità e la gioia di andare avanti.

Da quasi quattro anni sono in Hong Kong e nella Cina continentale, considero questo periodo un dono di cui ringrazio Dio, un’esperienza preziosa. Sono venuto in Hong Kong mosso dal desiderio di essere più vicino ai cinesi ed ho lavorato più di quanto cercavo. La vita con i miei parrocchiani mi ha portato ad essere in un ambiente di primo annuncio, dove la quasi totalità delle persone non sono cristiane. La mia parrocchia mi ha offerto l’opportunità di essere al servizio dei filippini e delle filippine che lavorano come domestiche nelle case dei cinesi. Ciò mi ha convinto che il servizio a queste persone ha già un valore in se stesso. Quasi due anni trascorsi in questa parrocchia sono stati per me una preziosa scuola di formazione. La parrocchia ha dato tante occasioni di entrare in amicizia con le persone che si prendono cura dei anziani e poveri.

Portando un gruppo dei giovani ogni mese nella Cina continentale ad aiutare i disabili mentali mi ha dato la possibilità di conoscere più direttamente la Chiesa in Cina, di venire in contatto con membri della chiesa e di fare qualcosa per loro. Tante volte ho potuto verificare come questi nostri fratelli e sorelle apprezzano quel tanto o poco che possiamo fare per loro. Non si tratta sempre di aiuti materiali. Essere accanto a loro, mostrare la nostra amicizia e solidarietà, pregare con loro e per loro conta tanto.

Lavorando anche con la comunità filippina, ho avuto la possibilità di conoscere più da vicino i loro problemi. Lasciano la famiglia giù nelle Filippine e vengono qua a lavorare come domestiche nelle case dei cinesi. Domenica è l’unico giorno di vacanza e vengono tutti in chiesa. Sono quasi 500 filippini e filippine che vengono a partecipare alla messa nella mia parrocchia. Una centinaio rimangono tutto il giorno nella parrocchia dove pregano, cantano e condividono la loro vita insieme. Ho cercato di ascoltare i loro problemi, perche hanno bisogno di qualcuno che ascolta i loro problemi. Alcuni volte mi sento di aiutarli anche materialmente: per questo vorrei chiedere il tuo aiuto; se è possibile dare qualche contributo con l’aiuto della tua parrocchia, siccome si avvicina la giornata missionaria.

Don Giorgio, chiedo una preghiera speciale per la mia comunità in questo mese in cui si celebra la Giornata Missionaria. Chiedo anche una preghiera per la mia nipotina che non ci vede. Ha perso la vista. Spero tanto che lei recupererà la vista.

Anch’io pregherò per te e la comunità di Gratosoglio.

Ci sentiamo presto.

Jomon