09 gennaio 2009

FONDO FAMIGLIA-LAVORO

L’ARCIVESCOVO DI MILANO CARD. DIONIGI TETTAMANZI COSTITUISCE IL “FONDO FAMIGLIA-LAVORO” PER SOSTENERE CHI PERDE L’OCCUPAZIONE

Perché l’annuncio in questo Natale?

Il Natale cristiano chiama tutti ad uno slancio rinnovato, ad un supplemento speciale di fraternità e solidarietà.
Questi tempi sono segnati da una crisi finanziaria ed economica che – secondo gli esperti – non ha ancora manifestato pienamente i suoi effetti destabilizzanti, soprattutto le preoccupanti ricadute sulla società e sulle famiglie.
Lo scenario che si va delineando impone a tutti una riflessione seria e responsabile.
Nell’intenso clima spirituale della Messa di Mezzanotte di Natale, a partire dalla meditazione del Vangelo e in una prospettiva anzitutto educativa per le comunità cristiane e per ciascuno dei fedeli della Diocesi, l’Arcivescovo di Milano cardinale Dionigi Tettamanzi ha annunciato la costituzione del “Fondo famiglia-lavoro”, da finalizzare all’aiuto di chi ha perso, sta perdendo o perderà l’occupazione.

Il “Fondo famiglia-lavoro”

La dotazione iniziale (che si chiede e spera di incrementare notevolmente) è di 1 milione di euro.
Una somma che il cardinale Tettamanzi ha stanziato attingendo dall’otto per mille destinato per opere di carità, dalle offerte che gli sono pervenute in questi giorni “per la carità dell’Arcivescovo”, da scelte di sobrietà della diocesi e sue personali.
Anche a livello locale occorrerà poi concretizzare la riflessione aderendo al fondo. Sarà compito insieme dei sacerdoti e dei laici – attraverso i consigli pastorali, per gli affari economici e gli altri organismi competenti – operare un serio discernimento e decidere come parteciparvi (rimandare spese non urgenti o secondarie, destinare una percentuale del bilancio parrocchiale, intraprendere coraggiose scelte di sobrietà…).

Fondamentale l’aspetto educativo

La preoccupazione dell’Arcivescovo in questa iniziativa è anzitutto educativa. Per questo ha anzitutto chiesto «alle comunità cristiane della diocesi di riflettere sulle conseguenze della crisi economica, di prestare particolare attenzione alle famiglie in difficoltà a causa del lavoro, di aderire con generosità a questo fondo».
La sola elargizione di contributi economici, per quanto importante, non porta a nessun cambiamento strutturale: l’obiettivo che il cardinale Tettamanzi vuole raggiungere è – mediante lo strumento del contributo economico - la costruzione di reti solidali capaci di intercettare e raggiungere le persone che si dovessero trovare in situazioni di emergenza, a partire dalla perdita del lavoro o della drastica riduzione dello stipendio.
Reti capaci di fare sentire parte attiva e importante della comunità anche le persone che - a causa della perdita del lavoro - sentono venir meno una parte importante della propria identità e dignità.
Sarà quindi fondamentale che nelle parrocchie si rifletta sulle cause della crisi economica, sull’importanza dell’etica in ogni ambito della vita umana (anche nell’economia), sul dovere di concretizzare le scelte di fede prestando attenzione e intervenendo a favore dei più disagiati.
Importante anche la proposta – a chi rimane senza occupazione - di iniziative di volontariato a favore di altre persone in difficoltà (anziani, disabili, emarginati) così da valorizzare le competenze e le capacità lavorative di chi si trova espulso – temporaneamente o definitivamente – dal mondo del lavoro.
Un modo - per chi riceverà i contributi del “Fondo famiglia-solidarietà” – per non sentirsi ulteriormente penalizzati ma per mettersi in gioco e conservare la propria dignità.

La sensibilizzazione locale

All’avvio e alla presentazione dell’operazione avvenuta nella Messa di Mezzanotte del 25 dicembre segue ora la fase di sensibilizzazione nel territorio raccomandata dall’Arcivescovo.
Una riflessione che sarà sostenuta anzitutto dalle tante competenze delle quali le parrocchie sono ricche: le Caritas, le ACLI e tanti singoli fedeli sono in grado di riflettere sulle ricadute locali della crisi globale, di rinnovare l’appello alla solidarietà e di proporre – alla comunità cristiana e ai singoli - lo stile della sobrietà.
Al tempo stesso, in questa prima fase, la Caritas Ambrosiana e le ACLI stanno studiando le forme più adatte, a partire dalla loro esperienza, per la gestione e l’utilizzo di questo fondo.

Le modalità di gestione del fondo

La primaria finalità di questo fondo è di fornire una concreta risposta in termini economici alle famiglie che si trovino costrette a fronteggiare le conseguenze finanziarie della perdita di lavoro di un proprio componente e non risultino protette da altri ammortizzatori e/o tutele sociali.
La modalità scelta è quella di fornire un assegno a parziale integrazione del mancato reddito da lavoro.
Caritas Ambrosiana ed ACLI saranno chiamate a concorrere sinergicamente alla realizzazione di questa meritoria iniziativa valorizzando la propria capillare presenza sul territorio e le proprie vocazioni istituzionali (capacità di ascolto ed accoglienza per Caritas, erogazione di servizi alle famiglie ed ai lavoratori per ACLI e lettura dei bisogni sociali per entrambe).
La distribuzione dei fondi non avverrà infatti da subito e non sarà “a pioggia”. Punto di forza del progetto è il coinvolgimento attivo del territorio e la costruzione di reti di solidarietà.
I 74 decanati in cui la Diocesi è suddivisa, le Caritas locali e ed i circoli ACLI saranno chiamati alla ricognizione e alla rilevazione puntuale dei bisogni sociali cui far fronte e quindi a stendere la formale richiesta di contributo nella forma di un progetto di sostegno per un determinato numero di nuclei familiari.
A livello centrale Caritas Ambrosiana e ACLI verificheranno la pertinenza e la solidità dei progetti ed erogheranno il fondo richiesto.
Saranno poi le sedi territoriali della Caritas e i circoli locali delle ACLI richiedenti a distribuirlo alle persone in difficoltà, agendo con la massima discrezione.