27 febbraio 2009

DALLA PAURA AL RIMBOCCARSI LE MANICHE

Famiglie di San Barnaba, buona Quaresima a tutti!

Voglio rivolgervi l’invito a entrare in Quaresima con slancio: andiamo con gioia e con coraggio in questo tempo forte per dire a Pasqua, con san Paolo “Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me” (Galati 2,19-20).
Per sostenere questo cammino saranno proposte nelle prossime settimane tante occasioni per meditare la Passione, per lasciare spazio alla Grazia del Signore, cosi che inondi la vita personale, quella della nostre famiglie e della nostra Comunità.

Il frutto di questo incontro col Crocifisso sarà il diventare e l’essere responsabili del nostro tempo e di quanto siamo chiamati a fare. Se questo mondo “va male” non serve lamentarsi, non basta dare la colpa a chi non fa il proprio dovere, ma occorre dare il nostro apporto perché questo mondo sia più bello, vivibile e “amabile”. Occorre soprattutto combattere il peccato di omissione, che è il male del nostro tempo!

Alcuni suggerimenti per andare in questa “direzione ostinata e contraria” verranno consegnati alla fine di ogni Eucarestia, quando riceveremo un impegno settimanale, la proposta di un modo concreto di vivere il nostro “essere anima del mondo”.

I passi per percorrere questo cammino sono quelli che ci offre la “tradizione”: ascolto della Parola e preghiera, penitenza e digiuno, carità verso tutti e giustizia verso i poveri.

La Parola di Dio fa risuonare in noi la missione che il Signore ci affida oggi, in questo tempo e ci aiuta a viverla nella forza della preghiera: più che cambiare vita occorre cambiare lo stile della vita, quel modo di vivere che - fagocitati dalle cose - ci fa tralasciare l’impegno a rendere più solide e gioiose le relazioni con tutti.

Fare penitenza e digiunare non sono opere di sofferenza coraggiosa, ma apertura a Dio per essere pronti a mettere a disposizione dei più poveri il tanto che abbiamo.

Non può mancare la voglia e l’impegnarsi a costruire la “civiltà dell’amore” attorno a noi, attraverso l’attenzione e la solidarietà verso chi sta pagando maggiormente l’attuale crisi.

E proprio questa crisi può diventare “tempo di tentazione”, di “prova” e di scelta per noi: può essere tempo per abbandonarsi a Dio Provvidenza oppure per rinchiudersi nella paura del “peggio” che sta venendo; può essere tempo per “fare economia” e mettere al sicuro il proprio tesoro (ricordate la parabola dei talenti!) oppure guardare i bisognosi e condividere con semplicità e generosità; può essere tempo per gridare a chi non si assume le proprie responsabilità oppure per “rimboccarsi le maniche” con chi ci sta a costruire qualcosa di nuovo.

Il cammino verso Pasqua (“pasqua” significa anche “passaggio”) diventa occasione per “passare” dal sentirsi bloccati dalla paura generata dall’attuale crisi all’accettare che se ne esce perché io, tu, noi … siamo in prima linea nel superare le difficoltà.

E su questo nostro cammino quaresimale scende quest’anno anche una Benedizione speciale: la presenza di Mons. Giuseppe Negri tra noi dopo essere stato nominato Vescovo titolare di Blumenau (Stato di Santa Catarina in Brasile). Una Benedizione che riempie di Grazia i nostri propositi nel cammino verso Pasqua, ma che diventa Benedizione soprattutto nel ricercare una più intensa forma di pastorale d’insieme con le Parrocchie vicine, soprattutto Maria Madre della Chiesa.

Lo Spirito di Gesù ci conduca nella “lotta” di questa Quaresima per farci cantare con gioia l’Alleluia della liberazione della Pasqua.

Fraternamente
don Giorgio



P.S.: Una penitenza quaresimale in più: il pavimento della chiesa deve essere lucidato e levigato. I lavori devono proseguire anche durante le settimane prima di Pasqua per poi dare il “colpo definitivo” nelle ultime settimane di Aprile.
L’impresa ha assicurato che la chiesa sarà agibile per le celebrazioni del Venerdì e della Domenica, ma questo comporterà il “subire” disguidi pratici durante la settimana e qualche odore sgradevole legato all’uso di stucchi.


Padre JOMON: ULTIMISSIME DA HONG KONG

Caro don Giorgio,
Come stai? Spero che tu stia bene. Ho ricevuto la tua e-mail. Sono contento che tu stia bene ma ho letto con tristezza la notizia della morte di Mons. Giacomo. Mi ricordo bene Mons. Giacomo e mi ricordo come era gentile con me quando ero lì in Parrocchia. Pregherò per lui specialmente durante l’Eucarestia.

Grazie mille Don Giorgio e Don Giuseppe e Consiglio Pastorale della Parrocchia per aver deciso di contribuire alla mia attività a Hong Kong attraverso la “Campagna di carità di Quaresima”. Sono molto contento di avere questa notizia perché avevamo veramente bisogno di qualche aiuto. Don, non ho mai fatto un progetto, però posso darti qualche informazione e notizia sui nostri bisogni. Spero che questo andrebbe bene. Avevo già scritto qualcosa nelle ultime mail. Adesso metto insieme e ti scrivo la nostra attività.

Cari amici di San Barnaba,
Come state? Spero che vi ricordate di me. Sono padre Jomon, missionario del Pime. Sono in Hong Kong da quattro anni. Hong Kong è una città grande con sette milioni di abitanti. Maggioranza della gente appartengono alle tre religioni tradizionali cinesi: buddismo, taoismo e confucianesimo. Oltre ai cristiani (circa 700 mila) sono presenti: mussulmani, induisti e una piccola minoranza di sikh ed ebrei.

L’arrivo dei primi missionari del Pime è stato nel 1858. Il clero è abbastanza numeroso, ma la proporzione di stranieri resta ancora molto forte. Sono scarse le vocazioni al sacerdozio. Dopo il 1997 (che segna il ritorno di Hong Kong alla Cina) ci sono stati numerosi cattolici che hanno lasciato Hong Kong. La diminuzione dei cattolici a causa dell’emigrazione è compensata del buon numero di nuovi convertiti. In tutta la Diocesi di Hong Kong ci sono 3000 nuovi catecumeni ogni anno. Molti laici sono impegnati attivamente nell’apostolato e nel lavoro sociale. La Caritas diocesana, assieme ad altre istituzioni caritative cattoliche e gruppi religiosi, offre assistenza medica e altri servizi sociali alla popolazione, in particolare ad anziani, handicappati, poveri ed emarginati. L’attività della Caritas si estende anche all’interno della Repubblica Popolare Cinese. La Chiesa è impegnata anche nel servizio ai lavoratori filippini e ai profughi vietnamiti.

Il nostro lavoro pastorale e missionario nella Diocesi di Hong Kong continua in modo molto impegnativo, sia nella Parrocchia che nelle scuole e nel campo sociale. Mi impegno anche nella formazione del catecumeni nella Parrocchia.

Considero questo periodo in cui sono in Hong Kong, un dono di cui ringrazio Dio, un’esperienza preziosa. La vita con i miei parrocchiani mi ha portato ad essere in un ambiente di primo annuncio, dove la quasi totalità delle persone non sono cristiane. La mia Parrocchia mi ha offerto l’opportunità di essere al servizio dei filippini e delle filippine che lavorano come domestiche nella casa dei cinesi. Ciò mi ha convinto che il servizio a queste persone ha già un valore in se stesso. Quasi più di due anni trascorsi in questa Parrocchia sono stati per me una preziosa scuola di formazione. La Parrocchia ha dato tante occasioni di entrare in amicizia con le persone che si prendono cura degli anziani e poveri.

La Parrocchia si chiama “San Tommaso” con 150mila abitanti in cui ci sono solo 10mila cattolici. Ogni anno abbiamo quasi 100 nuovi catecumeni che vengono a conoscere il Signore. Durante la settimana spesso vado a visitare i malati in ospedale e anche nella casa per anziani. Tuttavia fin dal mio arrivo a Hong Kong ho desiderato di poter vivere una vita diversa, un po’ più povera e più vicina ai poveri. Un amico prete con cui mi ero confidato mi disse: “Prega. Se questa è la volontà di Dio, ti darà l’opportunità di realizzare questo desiderio”. Così ho cominciato a lavorare con le filippine che lavorano come domestiche nella casa dei cinesi, perché mi rendo conto che le filippine che lavorano in Hong Kong sono povere a pieno titolo. Vengono sfruttate al massimo dai loro employer.

Vorrei anche parlare di un'altra attività che abbiamo cominciato: quella di andare dentro la Cina ad aiutare persone portatrici di handicap mentale. Fino ad un po’ di mesi fa’ conoscevo poco i portatori di handicap. Avevo stima di alcuni miei confratelli che si erano messi al servizio di queste persone. Come ben sapete in Cina non è possibile svolgere attività religiose, ma siamo molto contenti di essere presenti e accolti per un servizio ai più poveri. Non ci è permessa la predicazione e fare attività liturgiche, ma non ci è proibito di aver fede e di amare.

Devo ammettere che quanto facciamo all’interno di Cina è solo un piccolo contributo a favore delle persone più indifese. Ci sono anche cinesi che non sono cristiani e che operano fianco a fianco con noi, svolgono il loro compito con professionalità e impegno ammirevoli. Loro sono contenti di lavorare assieme con noi. Qui la Chiesa è viva, con Diocesi e Parrocchie con tanti fedeli. La Chiesa è ricca di tradizioni e con una storia di martiri e santi, ma ai cinesi (soprattutto ai sacerdoti e ai vescovi) non è facilmente concesso di uscire dai propri confini. Qui si sente forte il bisogno di contatti con altre comunità cristiane. Tutti siamo chiamati a fare qualcosa per questa Chiesa in difficoltà.
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Lavorando anche con la comunità filippina, ho avuto la possibilità di conoscere più vicino i loro problemi. Lasciano la famiglia nelle Filippine e vengono qui a lavorare come domestiche nella casa dei cinesi. Domenica è l’unico giorno di vacanza e vengono tutti in chiesa. Tante volte sono in situazione disperate. Non possiamo aiutare tutti, ma cerco di aiutare almeno quelli che vengono in Parrocchia. Sono quasi 500 filippini e filippine che vengono e partecipare alla messa nella mia Parrocchia. Un centinaio rimangono tutto il giorno a pregare, cantare e condividere la vita insieme. Cerco di ascoltare i loro problemi perché hanno bisogno di qualcuno che ascolta. Alcune volte devo aiutarli anche materialmente. Per questo vorrei chiedere il vostro aiuto. Se è possibile avere qualche contributo con l’aiuto della vostra Parrocchia lo userò in questo modo: una parte per la casa in cui ci si prende cura di anziani e anziane, il resto lo userò per la comunità filippina che ha veramente bisogno di essere aiutata. Spero tanto che non vi disturbo. Vi ringrazio in anticipo.

Padre Jomon P.I.M.E

Appuntamenti da Domenica 1 Marzo 2009

DOMENICA 1 marzo
«I DOMENICA DI QUARESIMA»
Lettura del profeta Isaia (57,15-58,4a)
Seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (4,16b-5,9)
Vangelo secondo Matteo (4,1-11)
«Domenica all’inizio di Quaresima»

Invito alla conversione con la benedizione e l’imposizione delle ceneri in tutte le sante Messe.

La S. Messa delle ore 10,30 sarà presieduta da S. E. mons. Giuseppe Negri (don Peppime), già Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Florianopolis, rientrato in Italia per un breve periodo di vacanza, in attesa di assumere il nuovo e più importante incarico pastorale di Vescovo titolare della Diocesi di Blumenau.

Lunedì 2 marzo
ore 21,00 in Chiesa: Incontro degli Adolescenti.
ore 21,00 presso il Centro Parrocchiale: Incontro dei 18/19nni.

Martedì 3 marzo
ore 20,45 «RICOLMI DELLO SPIRITO - La vita nuova in Cristo: La morale: risposta ad una chiamata». Catechesi quaresimale tenuta dall’arcivescovo, card. Dionigi Tettamanzi, trasmessa da TELENOVA (e da Radio Marconi Mhz 94,8 alle ore 21,00).

Mercoledì 4 marzo
ore 15,00 presso il Centro Parrocchiale: TERZA ETÀ: Recita del S. Rosario.
ore 15,30 presso il Centro Parrocchiale: Servizio di Assistenza per pratiche previdenziali ed assistenziali.

Giovedì 5 marzo
ore 21,00 presso il Centro Parrocchiale: Riunione del Consiglio d’Oratorio.

Venerdì 6 marzo «Primo Venerdì di Quaresima»
Oggi è giorno di digiuno e di astinenza
ore 8,00 in Chiesa: Via Crucis per i ragazzi delle Elementari.
ore 9,00 in Chiesa: Via Crucis.
ore 18,30 presso il Centro Parrocchiale: Incontro dei Pre-Adolescenti (1a media)..
ore 20,30 presso il Centro Parrocchiale: Incontro dei Pre-Adolescenti (2a e 3a media).
ore 21,00 in Chiesa: Via Crucis. Al termine: incontro con i Visitatori.

Sabato 7 marzo
ore 18,00 presso il Centro Parrocchiale: ITINERARIO DI FEDE IN PREPARAZIONE AL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO. Preghiera e confronto. Al termine seguirà la cena comunitaria.

DOMENICA 8 marzo
«II DOMENICA DI QUARESIMA»
Lettura del libro del Deuteronomio (5,1-2.6-21)
Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini (4,1-7)
Vangelo secondo Giovanni (4,5-42)
«Domenica della Samaritana»

ore 15,30 in Chiesa: «Consegna del Padre Nostro». Incontro di Genitori e ragazzi del 1° anno di Catechesi dell’Iniziazione Cristiana (CIC1).

Ritiro spirituale decanale degli ADOLESCENTI a Monza


Lunedì 9 marzo

ore 21,00 presso il Centro Parrocchiale: Incontro dei 18/19nni.

Martedì 10 marzo
ore 20,45 «RICOLMI DELLO SPIRITO - La vita nuova in Cristo: Non c’è fede senza prova». Catechesi quaresimale tenuta dall’arcivescovo, card. Dionigi Tettamanzi, trasmessa da TELENOVA (e da Radio Marconi Mhz 94,8 alle ore 21,00).
ore 21,00 presso il Centro Parrocchiale: Incontro aperto a tutti sul tema: «Accompagnamento delle famiglie che chiedono il Battesimo per i figli neonati».

Mercoledì 11 marzo
ore 15,00 presso il Centro Parrocchiale: TERZA ETÀ: Recita del S. Rosario.
ore 15,30 presso il Centro Parrocchiale: Servizio di Assistenza per pratiche previdenziali ed assistenziali.

Giovedì 12 marzo
ore 21,30 presso il Centro Parrocchiale: Incontro dei Giovani.

Venerdì 13 marzo
ore 8,00 in Chiesa: Via Crucis per i ragazzi delle Elementari.
ore 9,00 in Chiesa: Via Crucis.
ore 18,30 presso il Centro Parrocchiale: Incontro dei Pre-Adolescenti (1a media)..
ore 20,30 presso il Centro Parrocchiale: Incontro dei Pre-Adolescenti (2a e 3a media).
ore 21,00 in Chiesa: Celebrazione quaresimale: «Grazia e Croce» (san Paolo nell’arte).

Sabato 14 marzo
ore 10,30 presso il Centro Parrocchiale: Catechesi dell’Iniziazione Cristiana dei ragazzi del CIC2 e del CIC3.
ore 10,30 presso il Centro P. Vismara: «REGALIAMOCI UNO STOP.». Incontro decanale di spiritualità biblica “SAPIENZA DI DIO. ABIGAIL, PAOLO E CRISTO”.
La teologa biblica Antonella ANGHINONI tratterà il tema: “Rizpà: senza parola, una denuncia silente”.
ore 14,30 presso il Centro Parrocchiale: Catechesi dell’Iniziazione Cristiana dei ragazzi del CIC2 e del CIC3.
ore 21,00 presso il Centro Parrocchiale: «Genitori in regola». Presentazione del libro e Incontro di formazione sul tema di Regole, Disciplina e Responsabilità. Relatore: Gilardi Dr. Roberto, autore del libro, già Docente a.c. Università di Trieste, Esperto di Processi Formativi, Counsellor Professionista Accreditato, Trainer dei Formatori al Metodo Gordon dal 1995 al 2007 .

DOMENICA 15 marzo
«III DOMENICA DI QUARESIMA»
Lettura del libro dell’Esodo (32,7-13b)
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi (2,20-3,8)
Vangelo secondo Giovanni (8,31-59)
«di Abramo»

ore 10,00 presso la Parrocchia Maria Madre della Chiesa: Incontro tra i ministranti di San Barnaba, della SAMZ e di Maria Madre della Chiesa (ritrovo davanti alla nostra chiesa alle ore 9,30),

PROPOSTE SPIRITUALI PER LA QUARESIMA 2009

PAROLA DI DIO E PREGHIERA
Celebrazione del Venerdì sera (in chiesa)
Via Crucis + Incontro Visitatori
Grazia e croce: San Paolo nell’arte
Via Crucis Giovani
Meditazione sulla Passione
Riconciliazione comunitaria
Preghiera Comunitaria
Via Crucis per Adulti (ogni Venerdì ore 9.00 in chiesa).
Via Crucis per PreAdolescenti (Venerdì 27 Marzo ore 17.00).
Ritiri spirituali
Gruppo Pre-Adolescenti: Domenica 22 Marzo.
Gruppo Adolescenti: Domenica 8 Marzo a Pavia (Decanale).
Gruppo 18/19enni e Giovani: Sabato 28 e Domenica 29 Marzo.
Preghiera Ragazzi classi elementari
Ogni Venerdì ore 8.00 - 8.15: Via Crucis.
Lunedì 6, Martedì 7, Mercoledì 8 Aprile: Triduo Santo.
Preghiera personale: Sussidio per giovani e adulti “La Parola ogni giorno”.

CATECHESI
Catechesi dell’Arcivescovo nelle case (trasmesse su TeleNova) - Martedì sera (ore 20.45).
Tema: La vita nuova in Cristo (battesimo e san Paolo).
Catechesi sull’Iniziazione Cristiana
Martedì 10 Marzo: L’esperienza di Pastorale Battesimale di una Parrocchia della Diocesi,
Martedì 24 Marzo: Iniziazione Cristiana: Pastorale Battesimale e dei Ragazzi (don Paolo Sartor, Responsabile del Servizio Catecumenato della Diocesi di Milano).
Catechesi giovani
Esercizi Spirituali Città di Milano (2 - 4 marzo).
Giovedì 12 e 19 Marzo.
Giovedì 2 Aprile: Scuola della Parola decanale.
Catechesi 18/19enni: Lunedì 9, 16, 23 Marzo.
Catechesi Adolescenti: Lunedì 2, 16 e 23 Marzo.
Catechesi Pre-Adolescenti: Venerdì 6 e 20 Marzo.
Cammino di Iniziazione Cristiana
CIC 3 Sabato 7 Marzo e 4 Aprile (ore 10.30 o 14.30).
Domenica 22 Marzo (ore 15.30): Domenica Insieme (genitori e figli).
CIC 2 Sabato 7 Marzo e 4 Aprile (ore 10.30 o 14.30).
Domenica 22 Marzo (ore 10.30): Consegna del Vangelo (segue pranzo).
CIC 1 Domenica 8 Marzo (ore 15.30).

PENITENZA E CONVERSIONE
Atteggiamento penitenziale: intessere relazioni più profonde con famiglie che non si conoscono e sono nostro “prossimo”.
Formulare una “Regola di vita familiare”
Sacramento della Riconciliazione:
Riconciliazione personale: Venerdì ore 17 - 19 Sabato ore 17.00 - 18.00.
In forma comunitaria:
Adolescenti: Mercoledì (ore 17.00) - Adulti/Giovani: Venerdì 3 Aprile (ore 21).
PreAdolescenti: Lunedì (ore 17.00) - Terza Età: Mercoledì 1 Aprile (ore 15.00).

DIGIUNO
Digiuno di cibo (magro e digiuno): primo Venerdì di Quaresima e Venerdì Santo.
Scegliere una forma personale di “moderazione” nell’uso di mail, telefonate, musica … per darsi alla preghiera, all’ascolto del Vangelo e di ottime letture.
Sostenere uno stile di sobrietà in famiglia.

CARITÀ
Carità familiare: farsi carico di una situazione concreta/personale/familiare, magari persone malate o sole.
Condivisione: sosteniamo le iniziative della Comunità del nostro amico padre Jomon in Hong Kong.
Educare: Sabato 14 Marzo (ore 21.00): “Genitori in regola”.
Proposta di un momento di meditazione sul posto di lavoro durante la Settimana Santa (con sussidio Pastorale del Lavoro).

FAMIGLIA e LAVORO

Continuiamo la pubblicazione del documento “FAMIGLIA e LAVORO” predisposto a cura del Servizio Diocesano per la Vita Sociale e il Lavoro, nell’intento di offrire utili argomenti per la riflessione individuale e comunitaria


I valori che la famiglia porta nel lavoro

La relazione.
Nella famiglia la relazione è fondamento costruttivo di vita comune, di responsabilità educativa, di sviluppo, di maturazione.
Nel lavoro la relazione deve superare l’individualismo, tanto più che, persino il lavoro, richiede un rapporto circolare di competenze, portate da soggetti diversi per lo stesso prodotto, non più in serie, poiché richiesto in modo personalizzato, per una prestazione precisa. Invece la gelosia delle proprie competenze fa naufragare in insuccessi e logoramenti che deformano e rendono sterile perfino la produzione, poiché non amplia lo sviluppo.

Autorità.
In famiglia l’adulto ha un potere che viene qui gestito come disponibilità e servizio poiché chi è sottomesso impari, chi è piccolo cresca, chi è inesperto diventi esperto e autonomo.
Nel lavoro chi ha potere deve saper gestire il suo ruolo per condurre una squadra, non per farsi un monumento. Così si sviluppano capacità e competenze proprie e altrui, si sciolgono i nodi della incapacità e i limiti dell’inesperienza e si sorregge un cammino comune. Chi ha potere insegna e si aggiorna, sviluppa la propria umanità e cerca di valorizzare quella dei propri dipendenti poiché, se incoraggiata e sostenuta, ogni persona sente di essere di più. E mentre ci si preoccupa di non sviluppare un paternalismo che crea dipendenze, si è attenti a valori condivisi. E il clima di una famiglia, come il clima di un’azienda, non è fatto dai lavoratori dipendenti, ma da chi ha potere ed è dirigente.

La solidarietà.
In famiglia la solidarietà è una virtù essenziale poiché tutto si condivide e ogni persona riceve ciò che gli serve.
Nelle aziende, oggi, la solidarietà tende a svanire. Eppure chi è competente e si preoccupa che l’altro lo diventi, chi è coerente e si adopera perché lo sia il suo contesto, chi ha vera umanità e sa svilupparla nel capire, chi è capo e sa servire davvero un cammino comune, chi non si abbatte e sa reggere nel momento della difficoltà: quest’uomo ha sviluppato una solidarietà.

(continua)

I preadolescenti alla Casa di accoglienza di via Saponaro

Da qualche anno con Don Giuseppe abbiamo avviato un’attività che aiuti i preadolescenti (ragazzi di prima, seconda e terza media) ad intuire cos’è la “carita cristiana”. L’idea è tradurre in gesti semplici, alla loro portata, quello che la Chiesa, nella parte adulta vive nei tempi forti di avvento e quaresima: gesti precisi di “carità” (amore!).

Gesti per cui ognuno di noi “dona” concretamente qualcosa di sé: tempo, denaro, lavoro, creatività … ecc. affinchè altri, più bisognosi, possano sentire un po’ alleviata la fatica di vivere. Così realizziamo ogni avvento, un piccolo laboratorio di manufatti (per ora i biscotti: sante madri si attivano strepitosamente per produrre ricette sempre più gustose! un anno ci sono state le candele, in futuro non si sa..) che poi vengono venduti al termine delle messe in una domenica scelta. Il ricavato viene portato sul posto dove la comunità o l’ente che intendiamo sostenere. Chiediamo di essere ospitati per un’oretta e di poter far incontrare i ragazzi con qualcuno che “la Carità” la vive tutti i giorni, in nome della fede in Gesù Cristo. Un anno siamo andati al Consultorio G. B. Molla in via Boifava, l’anno dopo al Pime, in via Mosè Bianchi e poi dalle suore di Madre Teresa, a Baggio. Dagli incontri/testimonianza sono anche nate alcune collaborazioni che continuano tutt’ora.

La visita alla Casa di Accoglienza è stata pensata proprio per favorire la conoscenza dei luoghi e delle persone che nel nostro quartiere lavorano per gli “ultimi”, i prediletti da Gesù. Anche alcuni genitori ci avevano suggerito di far conoscere ai ragazzi le realtà di povertà del nostro quartiere. “I poveri li avrete sempre con voi” ci dice Gesù nel vangelo. Essi interpelleranno sempre la nostra “carità”, la nostra capacità di amare. Forse qualcuno dei nostri ragazzi, un domani, potrà entrare come volontario in questa casa, oppure chissà, impegnarsi, socialmente o politicamente a collaborare con altri, perché tutti possano avere un lavoro, una casa e affetti sicuri.

Lascio raccontare a loro la visita… solo un frammento personale. Si sa la vita è imprevedibile … e quando passiamo a vedere gli spazi, arrivati in cucina, mi incontra lo sguardo di una persona che mi par di conoscere. Ci sorridiamo e dopo qualche minuto scopriamo che siamo confratelli della stessa parrocchia, san Barnaba. Non ci conosciamo, ma ci lasciamo promettendoci di ritrovarci. Questo contatto è prezioso per noi: egli è responsabile dei volontari adulti che servono alla mensa.

“Che bello” (Lo Spirito santo arriva prima di noi … diceva il Cardinale Martini) … scoprire che qualcuno di san Barnaba è lì già a servire …

Silvana



Venerdì 13 Febbraio 2009 il gruppo dei pre-ado è andato a visitare la ex scuola gialla, dove si trova un Centro di prima accoglienza, gestito dai fratelli di S. Francesco.
In questa grande casa vengono ospitati e accolti uomini senza dimora fissa e senza famiglia.
In gran parte sono stranieri, quindi di razze, colori, religioni diverse.
Ad aiutarli ci sono volontari, operatori, assistenti sociali.
A tutte le persone che vengono accolte in questa casa, essi offrono: cibo, posto per dormire, biancheria intima, oggetti per usi igienici.
Infine cercano loro un posto di lavoro, magari anche all’interno della casa, per ridargli un senso maggiore di responsabilità.
All’interno di quest’opera c’è un rito di iniziazione chiamato “il Buon Samaritano”; ciò coinsiste nell’andare in giro, durante la notte, a cercare persone che hanno bisogno di aiuto.
Lo slogan di tutti i volontari, educatori, assisitenti sociali è”Aiuta Chi Aiuta”.
Questa esperienza mi ha molto colpita perchè mi ha mostrato una realtà della vita diversa da quella che ero abituata a conoscere.

Miriam

13 febbraio 2009

La tua fede ti ha salvata, va’ in pace

TEMPO DI MASCHERE

Carissime famiglie di San Barnaba,
in queste settimane ci sono state diverse occasioni per incontraci e vivere momenti di festa e momenti significativi.
La Festa della Sacra Famiglia ha permesso di impegnare alcune famiglie in un accoglienza vicendevole; l’incontro con Lidia Bergamini ci ha fatto condividere l’esperienza della sua famiglia provata dalla malattia; la Festa dei popoli ci ha fatto incontrare famiglie e tradizioni del mondo; l’Eucarestia con i malati nell’anniversario dell’apparizione della Madonna a Lourdes è stato l’ultimo momento di una attenzione alla realtà quotidiana delle nostre case.
Ma tutti siamo stati toccati dalla lotta tra la vita e la morte di Eluana (caso o semplicemente donna?). Overdose di programmi televisivi e di discussioni, posizioni politiche, morali e religiose a confronto (o forse solo gridate ad alta voce?). Con pochi silenzi e poche preghiere!
Speriamo che questa “tragedia italiana” sia stata l’occasione per tutti noi (soprattutto noi cristiani) per lasciarci interrogare, per ricercare nella nostra fede le motivazioni così da dare risposta alle tante domande che ci vengono continuamente poste dall’essere accanto a persone che sono nella stessa condizione.
Io mi e vi auguro che almeno resti in noi una delle seguenti voglie (meglio se tutte insieme!)
Voglia di imparare a informarsi con verità e a pensare criticamente, oltre l’impressione e il “sentire” individuale: siamo una testa che pensa, un cuore che ama e un corpo che agisce. Voglia di andare oltre il caso unico per guardare il tutto. In questi giorni la liturgia proponeva una frase del Siracide intonata alla situazione: “Uccide il prossimo chi gli toglie il nutrimento, versa sangue chi rifiuta il salario all’operaio” (Sir 34,22). Speriamo che la bagarre su Eluana (prima parte del versetto) non sia servita a distrarre dalla crisi sociale che stiamo vivendo (seconda parte del versetto)! Magari dimenticando che in Italia c’è una profonda crisi di giustizia e di democrazia, o dimenticando che viviamo in una nazione dove si vogliono fare leggi (non si può dire che sono “razziste” perché si viene denunciati!) che istigano all’odio e alla delazione (una volta “fare la spia” era un peccato e un reato!).
Voglia di dialogare. Un teologo diceva alcuni anni fa’ che “la verità è sinfonica”, non è di una persona o di un gruppo, ma nasce dal confronto e dal dialogo. Questo è il metodo più utile sia per la vita all’interno della Chiesa che all’interno della società: è un metodo difficile, ma è il più utile!
Voglia di imparare a discernere alla luce della Parola di Dio con intelligenza: il “Non uccidere” del 5° Comandamento è diverso dalla frase citata del Siracide, perché nascono da due momenti biblici carichi di preoccupazioni diverse oltre che essere due versetti scritti in periodi storici diversi. Oggi il “non uccidere” non andrebbe declinato in modo adatto?
Voglia di impegnarsi ad educare i giovani, che sono i più esposti agli attuali venti di “vuotaggine”, di poca voglia di ragionare sul senso del vivere, del soffrire e del morire, del presente e del futuro, della libertà e del libero arbitrio, dei valori forti e del pensiero debole, della vita personale e della famiglia, della convivenza civile e della giustizia…
Anche se è tempo di carnevale è meglio togliere la maschera, la maschera che ci nasconde dal vederci nella nostra fragile umanità e nella nostra grande dignità. È ora di tirare giù la maschera per essere come singoli, famiglie e comunità “anima del mondo”, di un mondo che fa fatica ad avere una speranza e che noi possiamo aiutare a trovare con la testimonianza del “pensiero di Cristo” (1 Corinti 2,16) che nasce in noi dalla Buona Notizia di Gesù.
Un saluto fraterno,
don Giorgio
DOMENICA 15 febbraio
«PENULTIMA DOMENICA DOPO L’EPIFANIA»
Lettura del profeta Osea (6,1-6)
Lettera di san Paolo apostolo ai Galati (2,19-3,7)
Vangelo secondo Luca (7,36-50)

ore 15,30 presso il Centro Parrocchiale: Incontro di Genitori e ragazzi del 1° anno di Catechesi dell’Iniziazione Cristiana (CIC1).
Al termine di ogni S. Messa, in fondo alla Chiesa, si effettua la vendita di prodotti del Commercio Equo e Solidale.

GITA SULLA NEVE A CHAMPORCHER per Ragazzi, Giovani e Famiglie

Lunedì 16 febbraio
ore 21,00 presso il Centro Parrocchiale: Incontro degli Adolescenti.
ore 21,00 presso il Centro Parrocchiale: Incontro dei 18/19nni.

Martedì 17 febbraio
ore 21,00 presso il Centro Parrocchiale: Incontro di formazione dei Ministri liturgici delle Parrocchie dell’Area Omogenea..

Mercoledì 18 febbraio «S. Patrizio, vescovo»
ore 15,30 presso il Centro Parrocchiale: Catechesi della TERZA ETÀ.

Giovedì 19 febbraio
ORE 21,00 PRESSO IL SALONE-TEATRO “STELLA”: I MEMBRI DEI CONSIGLI PASTORALI E DEI CONSIGLI AFFARI ECONOMICI PARROCCHIALI DEL DECANATO INCONTRANO L’ARCIVESCOVO, CARD. DIONIGI TETTAMANZI.
ore 21,30 presso il Centro Parrocchiale: Incontro dei Giovani.

Venerdì 20 febbraio
ore 18,30 presso il Centro Parrocchiale: Incontro dei Pre-Adolescenti (1a media)..
ore 20,30 presso il Centro Parrocchiale: Incontro dei Pre-Adolescenti (2a e 3a media).
ore 21,00 presso la Casa Parrocchiale: ITINERARIO DI FEDE IN PREPARAZIONE AL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO. Tema: «Una missione di vita: “pro-creare”».

Sabato 21 febbraio «S. Pier Damiani, vescovo e dottore della Chiesa»
ore 9,00 presso il Centro Parrocchiale: Incontro di Formazione di tutti gli Educatori e Allenatori USSB della Parrocchia.

I Pre-Adolescenti si trovano nel pomeriggio in Oratorio per continuare l’allestimento del carro di Carnevale


DOMENICA 22 febbraio «ULTIMA DOMENICA DOPO L’EPIFANIA»
Lettura del profeta Isaia (54,5-10)
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (14,9-13)
Vangelo secondo Luca (18,9-14)

L’ARCIVESCOVO, CARD. DIONIGI TETTAMANZI,
SARÀ
IN VISITA PASTORALE NEL NOSTRO DECANATO,
PRESIEDENDO
LA SOLENNE CELEBRAZIONE EUCARISTICA
PRESSO LA CHIESA DI
S. MARIA ANNUNCIATA IN CHIESA ROSSA
ALLE ORE 16,00


Pertanto, la S. Messa delle ore 18,00non verrà celebrata


Lunedì 23 febbraio «S. Policarpo, vescovo e martire»
ore 21,00 presso il Centro Parrocchiale: Incontro degli Adolescenti.
ore 21,00 presso il Centro Parrocchiale: Incontro dei 18/19nni.

Martedì 24 febbraio
ore 21,00 presso il Centro Parrocchiale: Lectio divina per i Giovani.

Mercoledì 25 febbraio
ore 15,00 presso il Centro Parrocchiale: Festa di Carnevale della TERZA ETÀ.
ore 15,30 presso il Centro Parrocchiale: Servizio di Assistenza per pratiche previdenziali ed assistenziali.

Giovedì 26 febbraio
ore 19,15 presso il Centro Parrocchiale: Incontro di Catechesi per gli ADULTI «Lo scandalo della Croce» (1 Cor 1-2). Seguirà cena frugale già preparata. In fondo alla Chiesa sarà disponibile il Sussidio relativo.
ore 21,00 presso il Centro Parrocchiale: Catechesi dei 40-50nni: «“Gesù è morto per me: siamo riscattati dalla maledizione della legge”». (Galati 2,15-3,24).

SABATO 28 febbraionel pomeriggio

SFILATA DI CARNEVALE PER LE VIE DEL QUARTIERE


ALLA SERA in Oratorio: Festa di Carnevale per i Pre-Ado, gli Ado ed i Giovani.
Presso il Centro Parrocchiale: Festa di Carnevale per le Famiglie


DOMENICA 1 marzo «I DOMENICA DI QUARESIMA»
Lettura del profeta Isaia (57,21-58)
Seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (4,16b-5,9)
Vangelo secondo Matteo (4,1-11)
.

SPECIALE SAN PAOLO

VIVERE IN CRISTO GESÙ

Premessa
Per capire il ragionamento che Paolo fa in questa pericope, occorre tenere ben presenti i tre dati di fatto da cui egli parte e che sono quelli indicati nella PREMESSA del Sussidio.
L’ira di Dio (Rm 1,18): dopo il peccato originale, l’umanità, abbandonata a se stessa, era sotto l’ira di Dio. Cioè sotto l’ira intesa come giudizio negativo di Dio nei confronti di una umanità che lo aveva rifiutato, che aveva messo e continuava a mettere ostacoli al dispiegamento del suo amore gratuito.
Il vanto degli Ebrei (Rm 2,17-18.23): Qui Paolo smonta la tesi degli Ebrei secondo la quale, per avere le benedizioni divine, bastava possedere e conoscere la Torah (Legge). La Legge mosaica, buona e santa in sé, ha fatto conoscere all’uomo la volontà di Dio, ma senza comunicargli la forza interiore per adempierla; in questo modo è riuscita solo a fargli prendere coscienza del suo peccato e del bisogno che ha dell’aiuto di Dio.
Tutti hanno peccato (Rm 5,12): quindi l’uomo era sotto il regno della morte.

La situazione di grazia del cristiano giustificato (5,1-2)
L’importanza di questa pericope si rivela già dal 1° versetto nel quale sono presenti le parole più importanti del Cristianesimo: giustificati (noi che abbiamo creduto siamo stati accolti da Dio come suoi), fede, pace, con Dio, Gesù Cristo. Utilizzandole opportunamente potremmo costruire le seguente significativa frase: «Giustificati in forza della fede, abbiamo pace verso Dio, attraverso il Signore nostro Gesù Cristo». Ed ecco il Cristianesimo!
Il tema della pace, oggi di grande attualità, non indica semplicemente l’assenza di guerra e di tensione, bensì il complesso dei beni che Dio dona al suo popolo (nell’A.T.), il più grande dei quali è il suo Figlio unigenito, Gesù Cristo «nostra pace» (nel N. T.) e mediante la fede in Cristo, il cristiano si accosta alla bontà di Dio, perché ha ristabilito, attraverso Cristo, un rapporto corretto con Dio. Si realizza, così, una situazione di grazia, intesa nel senso di una benevolenza attiva da parte di Dio e di Cristo.
Dalla positività della situazione in cui si trova, il cristiano guarda al futuro con speranza, anzi si vanta «nella speranza della gloria di Dio».
Il vanto del credente è lo stare in piedi di fronte al mondo che lo vorrebbe in ginocchio. È un vantarsi non di se stesso (come pretendono i Giudei), ma del Signore che lo ha liberato e gli ha restituito il vanto di poter essere di fronte al suo Signore. È il vanto della creatura che ha ritrovato l’immagine di se stessa, quella che Dio gli ha donato fin dall’origine del mondo (“E Dio creò l’uomo a sua immagine” (Gen 1,27). Infatti Gesù, entrando nella storia dell’umanità, ha preso su di sé la nostra umanità per donarci la sua divinità, si è fatto come noi per farci come lui! Non diventiamo Dio, però diventiamo di Dio, cioè santi.

Il vanto nelle sofferenze (5,3-4)
A questo punto – sorprendentemente – Paolo abbina il vanto nella speranza della gloria di Dio al vanto nelle sofferenze: «Ma c’è di più: addirittura siamo orgogliosi delle nostre sofferenze». Questa affermazione appare, a prima vista, paradossale: come è possibile che l’uomo si vanti di ciò che lo ostacola nel suo cammino? E perché Paolo sente il bisogno di abbinare subito le sofferenze alla speranza della gloria?
Alla base di queste affermazioni sta l’esperienza personale di Paolo che si è sviluppata attraverso numerose sofferenze patite nel corso della propria esistenza.
La benevolenza di Dio e di Cristo non liberano il cristiano dalle sofferenze, ma ne cambiano il segno rendendole una partecipazione alla croce di Cristo per condividerne poi la risurrezione, indivisibile dalla croce.
Il credente sa che la sofferenza di Cristo è la conseguenza di una lotta contro il male in favore dell’umanità e della sua umanizzazione; Cristo, nell’opporsi al male, soffre. Nel suo vincere il male, è abbattuto, vinto. Nel suo trionfare è crocifisso. Il credente sa che essere discepoli di questo Cristo produce la sofferenza, perché il male già vinto è, ancora per breve tempo, libero di manifestare il suo terribile volto. Il credente, che sta dalla parte di Cristo, non può rinunciare a partecipare a questo scontro.
Anzi il vanto dà una dignità a questa sofferta lotta, dà una libertà. La sofferenza è il frutto di una lotta di liberazione alla quale il credente partecipa. Ed ecco, quindi, la catena: la sofferenza produce fermezza, tenacia, pazienza, perseveranza. La perseveranza ci rende forti, tempra il nostro carattere, ci fa fare esperienza nelle molteplici prove della vita.

La speranza (5,5)
E le prove generano speranza. Una speranza certa, fondata, a prova di bomba, perché basata sull’amore gratuito di Dio, versato continuamente nei nostri cuori dallo Spirito Santo, a partire dal giorno del nostro Battesimo.

Dio nella morte di Cristo dimostra il suo tipo di amore (5,6-8)
Qui Paolo, dubitando che non sia sufficientemente chiaro il significato dell’amore di Dio, con i versetti dal 6 all’8 sottolinea la necessità di considerare l’amore di Dio a partire da Cristo, ed è il modo più perfetto per affermarlo: mentre noi eravamo peccatori, Dio, in Cristo - mediante la sua morte -, ci ha amati! Questo è il versetto più bello della Bibbia!

La riconciliazione in atto (5,9-11)
La morte del Figlio di Dio per noi ci ha, dunque, riconciliati - inizialmente – quando eravamo nemici. Di più, se la morte del Figlio ha prodotto in noi la riconciliazione che abbiamo, la sua vita e la sua vitalità di risorto applicata ugualmente a noi ci porterà alla salvezza, intesa come la riconciliazione più piena e la realizzazione del progetto di Dio sopra di noi. Ecco di nuovo l’evento pasquale che si presenta ai nostri occhi e ai nostri cuori: l’evento che ci riconcilia e che, partecipato fin da adesso, è già in azione e punta al suo perfezionamento alla fine dei tempi, garantendoci che non arrossiremo. Possiamo davvero sperare ed entusiasmarci di fronte a questa realtà, possiamo davvero vantarci in Dio, consapevoli del fatto che tutto questo lo dobbiamo a Cristo, il dono per eccellenza da parte del Padre (come detto all’inizio), da cui abbiamo ricevuto la riconciliazione.

LA FORZA DELLA VITA NELLA SOFFERENZA

Riportiamo il resoconto dell’Incontro-testimonianza di Linda e Roby Bergamini (una donna e una coppia che hanno affrontato la lotta contro il cancro) che si è tenuto lo scorso 1 febbraio al Centro Parrocchiale


LA FORZA DELLA VITA NELLA SOFFERENZA


“La vita è fatta per la felicità e per la gioia” così Linda ha introdotto la testimonianza della sua avventura nel percorso per debellare il “cancro”, richiamando le parole che i nostri Vescovi ci hanno inviato in occasione della giornata della vita. La realtà dice però che ci sono degli ostacoli a che questa felicità si realizzi: la "sofferenza" è uno di questi ostacoli, perché “c’è un tempo del bene e un tempo del male”. L’esperienza che noi facciamo della sofferenza è un allontanarla, rinchiuderla in “contenitori” (psicologici) in modo che non debordi, avvolgendo e compromettendo la nostra vita. Per uscire dal “sogno” e guardare la realtà occorre affrontare la “sofferenza” che, pur rimanendo Mistero (cosa grande), che è ben diverso da “incomprensibile”, può essere vissuta come parte del quotidiano, per ciò che di vero può farci incontrare. Questo cammino ha un sostegno nell’accompagnamento delle persone amiche e della comunità, che ci permettono di "fare esperienza" di vicinanza con una telefonata, una mail, un abbraccio o una visita. Da questa umanità incontrabile si “intravede” l’opera del Padre datore di vita che ci attrae con una Speranza colma di certezza per un bene per noi, che col dono dello Spirito “vediamo” ed incontriamo nel cammino quotidiano attorno a noi. La testimonianza di Linda e Roberto è stata un modo per riscoprire Cristo all’opera qui ed ora tra noi, dentro alle fatiche della vita quotidiana.
Ciò che di bello, Linda e Roberto, hanno fatto come esperienza, desiderano comunicarlo in modo che arrivi all’altro, per tirarlo fuori dal suo “comprensibile guscio”: ed ecco lo “spettacolo”, perché di arte si tratta, E ancora danzo la vita che con altre donne, Le Griots, mettono in scena per comunicare il valore della vita, sempre e comunque.
La testimonianza si è conclusa con un forte richiamo alla nostra fede, alle parole che ogni domenica ripetiamo tutti insieme nel Credo e nel Padre nostro e con l’immagine “ mi metto accucciata ai piedi della croce perché anche quando non capisco cosa vuole da me, mi affido a Lui perché so che la vita va vissuta in ogni palpito, in ogni momento e Lui sarà sempre pronto a portarmi in braccio e a camminare con me”.

FAMIGLIA e LAVORO

Continuiamo la pubblicazione del documento “FAMIGLIA e LAVORO” predisposto a cura del Servizio Diocesano per la Vita Sociale e il Lavoro, nell’intento di offrire utili argomenti per la riflessione individuale e comunitaria


I valori che la famiglia porta nel lavoro

Attenzione.
Nella famiglia è, prima di tutto, fondamentale l’attenzione: dal bambino che cresce ai turbamenti di umore, dai pianti nascosti alle delusioni, dalle invocazioni silenziose di aiuto agli interventi educativi per correggere e sorreggere, dalla condivisione della fatica al sostituirsi momentaneamente nella pena dell’altro per portare insieme dolori e sofferenze.
Ma attenzione è anche sorriso compiaciuto, incoraggiamento e lode, espressioni di stima e di meraviglia, sostegno e collaborazione.
Nel lavoro invece l’attenzione privilegia le cose, per costruire secondo leggi appropriate: ogni realtà ha le sue dinamiche, ogni strumento una sua resa, ogni prodotto i suoi processi e le sue caratteristiche. Che si lavori a mano o a macchina vanno rispettati tempi, sviluppate competenze, garantiti miglioramenti, utilizzate abilità sempre più complesse.
Certamente ci viene richiesto un prodotto affidabile, usufruibile, garantito. E l’attenzione che si sviluppa in famiglia si sviluppa qui, perché il lavoro sia un servizio, costruisca, ad esempio, un ponte transitabile: da una parte ci sono le esigenze e dall’altra le soluzioni possibili all’utilizzo.
E se nel lavoro non si può certo trasferire l’intimità relazionale che nasce da un amore unico e originale, tuttavia vi si può trasferire l’attenzione alla persona che ci sta accanto ed ha, come tutti, problemi di vita, retroterra familiari, esigenze e sogni. Ci si apre al vivere insieme, nel rispetto della persona e delle caratteristiche di ciascuno, nella volontà di poter camminare insieme senza stravolgere e invadere il campo, ma con simpatia.
L’attenzione suppone scoperta di limiti per soccorrere, per superare, per imparare e costruire insieme.
E’ preoccupazione per un ambiente sano, senza pericoli per la vita propria e degli altri.
E’ ricerca di maggiore professionalità che aiuta a sviluppare intelligenze e abilità.
E’ ricchezza che si interiorizza, capacità che diventano risorse eccezionali e valori.

(continua)