27 febbraio 2009

FAMIGLIA e LAVORO

Continuiamo la pubblicazione del documento “FAMIGLIA e LAVORO” predisposto a cura del Servizio Diocesano per la Vita Sociale e il Lavoro, nell’intento di offrire utili argomenti per la riflessione individuale e comunitaria


I valori che la famiglia porta nel lavoro

La relazione.
Nella famiglia la relazione è fondamento costruttivo di vita comune, di responsabilità educativa, di sviluppo, di maturazione.
Nel lavoro la relazione deve superare l’individualismo, tanto più che, persino il lavoro, richiede un rapporto circolare di competenze, portate da soggetti diversi per lo stesso prodotto, non più in serie, poiché richiesto in modo personalizzato, per una prestazione precisa. Invece la gelosia delle proprie competenze fa naufragare in insuccessi e logoramenti che deformano e rendono sterile perfino la produzione, poiché non amplia lo sviluppo.

Autorità.
In famiglia l’adulto ha un potere che viene qui gestito come disponibilità e servizio poiché chi è sottomesso impari, chi è piccolo cresca, chi è inesperto diventi esperto e autonomo.
Nel lavoro chi ha potere deve saper gestire il suo ruolo per condurre una squadra, non per farsi un monumento. Così si sviluppano capacità e competenze proprie e altrui, si sciolgono i nodi della incapacità e i limiti dell’inesperienza e si sorregge un cammino comune. Chi ha potere insegna e si aggiorna, sviluppa la propria umanità e cerca di valorizzare quella dei propri dipendenti poiché, se incoraggiata e sostenuta, ogni persona sente di essere di più. E mentre ci si preoccupa di non sviluppare un paternalismo che crea dipendenze, si è attenti a valori condivisi. E il clima di una famiglia, come il clima di un’azienda, non è fatto dai lavoratori dipendenti, ma da chi ha potere ed è dirigente.

La solidarietà.
In famiglia la solidarietà è una virtù essenziale poiché tutto si condivide e ogni persona riceve ciò che gli serve.
Nelle aziende, oggi, la solidarietà tende a svanire. Eppure chi è competente e si preoccupa che l’altro lo diventi, chi è coerente e si adopera perché lo sia il suo contesto, chi ha vera umanità e sa svilupparla nel capire, chi è capo e sa servire davvero un cammino comune, chi non si abbatte e sa reggere nel momento della difficoltà: quest’uomo ha sviluppato una solidarietà.

(continua)