27 febbraio 2009

I preadolescenti alla Casa di accoglienza di via Saponaro

Da qualche anno con Don Giuseppe abbiamo avviato un’attività che aiuti i preadolescenti (ragazzi di prima, seconda e terza media) ad intuire cos’è la “carita cristiana”. L’idea è tradurre in gesti semplici, alla loro portata, quello che la Chiesa, nella parte adulta vive nei tempi forti di avvento e quaresima: gesti precisi di “carità” (amore!).

Gesti per cui ognuno di noi “dona” concretamente qualcosa di sé: tempo, denaro, lavoro, creatività … ecc. affinchè altri, più bisognosi, possano sentire un po’ alleviata la fatica di vivere. Così realizziamo ogni avvento, un piccolo laboratorio di manufatti (per ora i biscotti: sante madri si attivano strepitosamente per produrre ricette sempre più gustose! un anno ci sono state le candele, in futuro non si sa..) che poi vengono venduti al termine delle messe in una domenica scelta. Il ricavato viene portato sul posto dove la comunità o l’ente che intendiamo sostenere. Chiediamo di essere ospitati per un’oretta e di poter far incontrare i ragazzi con qualcuno che “la Carità” la vive tutti i giorni, in nome della fede in Gesù Cristo. Un anno siamo andati al Consultorio G. B. Molla in via Boifava, l’anno dopo al Pime, in via Mosè Bianchi e poi dalle suore di Madre Teresa, a Baggio. Dagli incontri/testimonianza sono anche nate alcune collaborazioni che continuano tutt’ora.

La visita alla Casa di Accoglienza è stata pensata proprio per favorire la conoscenza dei luoghi e delle persone che nel nostro quartiere lavorano per gli “ultimi”, i prediletti da Gesù. Anche alcuni genitori ci avevano suggerito di far conoscere ai ragazzi le realtà di povertà del nostro quartiere. “I poveri li avrete sempre con voi” ci dice Gesù nel vangelo. Essi interpelleranno sempre la nostra “carità”, la nostra capacità di amare. Forse qualcuno dei nostri ragazzi, un domani, potrà entrare come volontario in questa casa, oppure chissà, impegnarsi, socialmente o politicamente a collaborare con altri, perché tutti possano avere un lavoro, una casa e affetti sicuri.

Lascio raccontare a loro la visita… solo un frammento personale. Si sa la vita è imprevedibile … e quando passiamo a vedere gli spazi, arrivati in cucina, mi incontra lo sguardo di una persona che mi par di conoscere. Ci sorridiamo e dopo qualche minuto scopriamo che siamo confratelli della stessa parrocchia, san Barnaba. Non ci conosciamo, ma ci lasciamo promettendoci di ritrovarci. Questo contatto è prezioso per noi: egli è responsabile dei volontari adulti che servono alla mensa.

“Che bello” (Lo Spirito santo arriva prima di noi … diceva il Cardinale Martini) … scoprire che qualcuno di san Barnaba è lì già a servire …

Silvana



Venerdì 13 Febbraio 2009 il gruppo dei pre-ado è andato a visitare la ex scuola gialla, dove si trova un Centro di prima accoglienza, gestito dai fratelli di S. Francesco.
In questa grande casa vengono ospitati e accolti uomini senza dimora fissa e senza famiglia.
In gran parte sono stranieri, quindi di razze, colori, religioni diverse.
Ad aiutarli ci sono volontari, operatori, assistenti sociali.
A tutte le persone che vengono accolte in questa casa, essi offrono: cibo, posto per dormire, biancheria intima, oggetti per usi igienici.
Infine cercano loro un posto di lavoro, magari anche all’interno della casa, per ridargli un senso maggiore di responsabilità.
All’interno di quest’opera c’è un rito di iniziazione chiamato “il Buon Samaritano”; ciò coinsiste nell’andare in giro, durante la notte, a cercare persone che hanno bisogno di aiuto.
Lo slogan di tutti i volontari, educatori, assisitenti sociali è”Aiuta Chi Aiuta”.
Questa esperienza mi ha molto colpita perchè mi ha mostrato una realtà della vita diversa da quella che ero abituata a conoscere.

Miriam