27 febbraio 2009



Padre JOMON: ULTIMISSIME DA HONG KONG

Caro don Giorgio,
Come stai? Spero che tu stia bene. Ho ricevuto la tua e-mail. Sono contento che tu stia bene ma ho letto con tristezza la notizia della morte di Mons. Giacomo. Mi ricordo bene Mons. Giacomo e mi ricordo come era gentile con me quando ero lì in Parrocchia. Pregherò per lui specialmente durante l’Eucarestia.

Grazie mille Don Giorgio e Don Giuseppe e Consiglio Pastorale della Parrocchia per aver deciso di contribuire alla mia attività a Hong Kong attraverso la “Campagna di carità di Quaresima”. Sono molto contento di avere questa notizia perché avevamo veramente bisogno di qualche aiuto. Don, non ho mai fatto un progetto, però posso darti qualche informazione e notizia sui nostri bisogni. Spero che questo andrebbe bene. Avevo già scritto qualcosa nelle ultime mail. Adesso metto insieme e ti scrivo la nostra attività.

Cari amici di San Barnaba,
Come state? Spero che vi ricordate di me. Sono padre Jomon, missionario del Pime. Sono in Hong Kong da quattro anni. Hong Kong è una città grande con sette milioni di abitanti. Maggioranza della gente appartengono alle tre religioni tradizionali cinesi: buddismo, taoismo e confucianesimo. Oltre ai cristiani (circa 700 mila) sono presenti: mussulmani, induisti e una piccola minoranza di sikh ed ebrei.

L’arrivo dei primi missionari del Pime è stato nel 1858. Il clero è abbastanza numeroso, ma la proporzione di stranieri resta ancora molto forte. Sono scarse le vocazioni al sacerdozio. Dopo il 1997 (che segna il ritorno di Hong Kong alla Cina) ci sono stati numerosi cattolici che hanno lasciato Hong Kong. La diminuzione dei cattolici a causa dell’emigrazione è compensata del buon numero di nuovi convertiti. In tutta la Diocesi di Hong Kong ci sono 3000 nuovi catecumeni ogni anno. Molti laici sono impegnati attivamente nell’apostolato e nel lavoro sociale. La Caritas diocesana, assieme ad altre istituzioni caritative cattoliche e gruppi religiosi, offre assistenza medica e altri servizi sociali alla popolazione, in particolare ad anziani, handicappati, poveri ed emarginati. L’attività della Caritas si estende anche all’interno della Repubblica Popolare Cinese. La Chiesa è impegnata anche nel servizio ai lavoratori filippini e ai profughi vietnamiti.

Il nostro lavoro pastorale e missionario nella Diocesi di Hong Kong continua in modo molto impegnativo, sia nella Parrocchia che nelle scuole e nel campo sociale. Mi impegno anche nella formazione del catecumeni nella Parrocchia.

Considero questo periodo in cui sono in Hong Kong, un dono di cui ringrazio Dio, un’esperienza preziosa. La vita con i miei parrocchiani mi ha portato ad essere in un ambiente di primo annuncio, dove la quasi totalità delle persone non sono cristiane. La mia Parrocchia mi ha offerto l’opportunità di essere al servizio dei filippini e delle filippine che lavorano come domestiche nella casa dei cinesi. Ciò mi ha convinto che il servizio a queste persone ha già un valore in se stesso. Quasi più di due anni trascorsi in questa Parrocchia sono stati per me una preziosa scuola di formazione. La Parrocchia ha dato tante occasioni di entrare in amicizia con le persone che si prendono cura degli anziani e poveri.

La Parrocchia si chiama “San Tommaso” con 150mila abitanti in cui ci sono solo 10mila cattolici. Ogni anno abbiamo quasi 100 nuovi catecumeni che vengono a conoscere il Signore. Durante la settimana spesso vado a visitare i malati in ospedale e anche nella casa per anziani. Tuttavia fin dal mio arrivo a Hong Kong ho desiderato di poter vivere una vita diversa, un po’ più povera e più vicina ai poveri. Un amico prete con cui mi ero confidato mi disse: “Prega. Se questa è la volontà di Dio, ti darà l’opportunità di realizzare questo desiderio”. Così ho cominciato a lavorare con le filippine che lavorano come domestiche nella casa dei cinesi, perché mi rendo conto che le filippine che lavorano in Hong Kong sono povere a pieno titolo. Vengono sfruttate al massimo dai loro employer.

Vorrei anche parlare di un'altra attività che abbiamo cominciato: quella di andare dentro la Cina ad aiutare persone portatrici di handicap mentale. Fino ad un po’ di mesi fa’ conoscevo poco i portatori di handicap. Avevo stima di alcuni miei confratelli che si erano messi al servizio di queste persone. Come ben sapete in Cina non è possibile svolgere attività religiose, ma siamo molto contenti di essere presenti e accolti per un servizio ai più poveri. Non ci è permessa la predicazione e fare attività liturgiche, ma non ci è proibito di aver fede e di amare.

Devo ammettere che quanto facciamo all’interno di Cina è solo un piccolo contributo a favore delle persone più indifese. Ci sono anche cinesi che non sono cristiani e che operano fianco a fianco con noi, svolgono il loro compito con professionalità e impegno ammirevoli. Loro sono contenti di lavorare assieme con noi. Qui la Chiesa è viva, con Diocesi e Parrocchie con tanti fedeli. La Chiesa è ricca di tradizioni e con una storia di martiri e santi, ma ai cinesi (soprattutto ai sacerdoti e ai vescovi) non è facilmente concesso di uscire dai propri confini. Qui si sente forte il bisogno di contatti con altre comunità cristiane. Tutti siamo chiamati a fare qualcosa per questa Chiesa in difficoltà.
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Lavorando anche con la comunità filippina, ho avuto la possibilità di conoscere più vicino i loro problemi. Lasciano la famiglia nelle Filippine e vengono qui a lavorare come domestiche nella casa dei cinesi. Domenica è l’unico giorno di vacanza e vengono tutti in chiesa. Tante volte sono in situazione disperate. Non possiamo aiutare tutti, ma cerco di aiutare almeno quelli che vengono in Parrocchia. Sono quasi 500 filippini e filippine che vengono e partecipare alla messa nella mia Parrocchia. Un centinaio rimangono tutto il giorno a pregare, cantare e condividere la vita insieme. Cerco di ascoltare i loro problemi perché hanno bisogno di qualcuno che ascolta. Alcune volte devo aiutarli anche materialmente. Per questo vorrei chiedere il vostro aiuto. Se è possibile avere qualche contributo con l’aiuto della vostra Parrocchia lo userò in questo modo: una parte per la casa in cui ci si prende cura di anziani e anziane, il resto lo userò per la comunità filippina che ha veramente bisogno di essere aiutata. Spero tanto che non vi disturbo. Vi ringrazio in anticipo.

Padre Jomon P.I.M.E