08 maggio 2009

ULTIMISSIME DA NAIROBI

10 aprile 2009
Venerdì Santo

Il Signore che risorge porti pace a tutti!

Come previsto è una lettera scritta in fretta (è la settimana santa!).
Anche se il lavoro non è moltissimo, la difficoltà con la lingua mi ruba un sacco di tempo, le distanze altrettanto e il rapporto della gente col tempo ancora di più. Come diceva un’amica riguardo alla sua esperienza in Camerun: in Africa non c’è orologio! Lei è riuscita a viverla in senso positivo io ancora ci litigo, e chi conosce (o ha patito per) i miei ritardi si rallegrerà per questa applicazione della legge del contrappasso!

Chiedo a chi mi scrive di avere un po’ di pazienza per le risposte: arriveranno di sicuro, ma … di solito ci metto un mese dal momento che ricevo la lettera!

Come avevo scritto l’otto marzo sono diventato parroco, don Alves (il parroco precedente) è partito subito per l’Angola e siamo rimasti io e don Luciano. La realtà è così diversa dalle precedenti che per ora avanzo a tentoni. La parrocchia (semirurale, come già vi dicevo) è suddivisa in 33 comunità di base (formate da un minimo di otto ad un massimo di 15 famiglie) raccolte attorno a 4 chiese dove si ritrovano per la messa domenicale. È lunghina (poco meno di 25 chilometri) e stretta (6/7 chilometri). Il passaggio al cristianesimo è recente, prima metà del secolo scorso, per cui molto è rimasto delle paure precedenti.

La gente non esce la sera dopo il buio, sia per la violenza che c'è in giro che per la paura di spiriti e quant'altro. Vengono in parrocchia solo per la messa e nel pomeriggio le comunità si ritrovano per dire il rosario o rileggere il vangelo e per raccogliere i soldi per la chiesa (c'è una specie di tassa ...) in una delle case delle comunità di base.

Ho cominciato a visitare i malati, confessare i bambini al sabato (io non li capisco e loro non mi capiscono, anche perché anche loro studiano lo swahili a scuola, ma la lingua madre è kikuyo ... mi vien da piangere no, scherzo!). Dopo Pasqua comincerò a visitare le comunità di base, la formazione per i catechisti e i giovani, un’attività biblica e un servizio per i disabili e gli anziani soli. Ho cominciato le prediche in swahili, per lo più lette e qualche frase a braccio. Che fatica accettare di non sapermi esprimere!
La celebrazione più sentita per ora è stata la via crucis e l’adorazione della croce. Abbiamo camminato per ore sotto il sole, ma il Cristo che soffre è così vicino all’esperienza quotidiana di tantissimi!

L’attività con i ragazzi di strada e le bambine che hanno subito violenza continua. Luciano è una ruspa! I nuovi ragazzi (ogni anno partono due “famiglie” nuove, mentre quelli che formavano le famiglie l’anno precedente vengono sistemati o da parenti o con affidi o in istituti) si stanno inserendo bene. Abbiamo allargato una delle strutture al Boys’ Ranch e faremo un deposito dell’acqua dalle ragazze.

La siccità ora si fa sentire. Un paio di settimane fa era piovuto per un paio di giorni, ma poi basta. Il bestiame viene abbattuto e il raccolto è compromesso. Molti vengono in parrocchia per chiedere i soldi per comprare l’acqua da bere (per se e per gli animali) da chi ha un pozzo artesiano.

Nella messa del giovedì santo il nunzio papale ha parlato a lungo contro il tribalismo. Nakuru è stata al centro delle violenze dell’anno scorso tra kikuyo e kallenjin, con centinaia di morti (1300 in tutto il Kenya) e la tensione tra le due tribù è molto forte.

Per quel che mi riguarda ho cominciato il confronto con la cultura locale, tra meraviglie e cose da strapparsi i capelli, ma … ne scriverò la prossima volta o più avanti!

Ringrazio tutti quelli che stanno pregando: è una grazia enorme che tocco con mano nelle tante grazie che arrivano e che mi consolano e la comunione che sento.

“Notte di veglia fu questa per il Signore per farli uscire dal paese d’Egitto. Questa sarà una notte di veglia in onore del Signore per tutti gli Israeliti, di generazione in generazione” (Esodo 12:42).

È la descrizione a cui sono più legato della Pasqua: JHWH che veglia come una madre sul figlio in pericolo o che si sta perdendo. Non può dormire: l’amore e la necessità di agire subito lo tengono sveglio. Che questa in Pasqua ci tenga svegli la consapevolezza di quanto grande è il Suo Amore e l’Opera che sta compiendo per noi e la speranza di esserne trasformati.

IL SIGNORE È RISORTO, È VERAMENTE RISORTO!

Un abbraccio, don Renato