19 giugno 2009

Che bella festa!

Carissime famiglie di San Barnaba, abbiamo vissuto una meravigliosa Festa Patronale. Tutto è andato per il meglio. Ora - come attività parrocchiali - ci aspetta un meritato riposo: il rallentamento estivo servirà a fare memoria delle tante cose belle vissute e a trovare soluzioni a ciò che c’è da migliorare. Auguro a tutte voi in queste settimane di godere momenti di relax, per recuperare le energie spese. Lasciate spazio anche al Signore Gesù attraverso la preghiera e la lettura della sua Parola, attraverso la contemplazione della natura e alcune buone letture, l’incontro con gli altri e la cultura e la storia del nostro “belpaese”… senza dimenticare quell’appuntamento prezioso che è l’Eucarestia festiva. Vi saluto perciò cordialmente, donandovi quanto ho detto nell’omelia della Festa di San Barnaba. Fraternamente, don Giorgio

Dentro e fuori: sono queste le 2 parole che sintetizzano i mesi passati, questa giornata, questa Messa. Abbiamo vissuto 18 mesi dentro e fuori dalla chiesa, 18 mesi di impegno e fatica, 18 mesi col desiderio di vedere bella questa nostra chiesa
E ora dopo 18 mesi - soddisfatti - possiamo far festa dentro questa chiesa rinnovata in una Domenica in cui celebriamo la Solennità del Corpo e del Sangue del Signore, la Solennità che ci fa fare memoria di uno dei doni più grandi di Gesù a noi, sua Chiesa: l’Eucarestia, la Messa, la possibilità che Gesù ci dà di nutrirci di Lui, l’incontro con Gesù per fare comunione con Lui e tra noi.
Ispirandoci alle 2 parole iniziali possiamo chiamare così l’Eucarestia: Gesù dentro di noi. La Messa, questo incontro col Signore Gesù che ogni settimana avviene in questa chiesa, è sempre qualcosa di bello e straordinario. È questo il motivo che ci ha spinto a rendere questo edificio non solo più sicuro e adatto, ma anche splendente e meraviglioso. Ci vuole una chiesa bella per un incontro bello con Dio Trinità d’Amore, per fare esperienza e gustare quanto è bello essere amici di Gesù, quanto è bello essere parte della sua Chiesa, quanto è bello che Gesù ci unisca a sé in modo totale e unisce noi in modo fraterno.
Proprio per questo alcune mani abili hanno pensato che occorreva una tovaglia dell’altare adatta all’occasione: e l’hanno confezionata per dare più lustro a questa chiesa già bella.

Ma non abbiamo pensato a rendere bello solo l’interno della chiesa: abbiamo rifatto anche il sagrato! Perché, dopo ogni Eucarestia per esprimere l’unione tra noi, per conoscerci meglio e dialogare di più, per riconoscerci come fratelli in Gesù, ci voleva più spazio.
Abbiamo tolto le aiuole non solo per avere più spazio, ma soprattutto per fare più spazio a noi che siamo corpo di Cristo vivente, per stare meglio tra noi, dentro di noi.
Ogni anno facciamo la Festa Patronale per dare spazio al nostro essere Comunità Cristiana nel Gratosoglio, all’esprimere il bisogno di “giocarci insieme”, di “stare tutti vicini”, di “sentire la gioia di essere parte di questa Comunità”… ma ora avremo più spazio, più possibilità di farlo tutto l’anno sfruttando le nuove possibilità che il sagrato ristrutturato ci permette. Con lo stesso spirito che ci ha animato e ci ha fatto cantare venerdì sera durante il concerto del Coro Gospel, con lo stesso spirito con cui hanno ballato le nostre “ragazze” de’ “Lombelicodelmondo” e hanno giocato i nostri bambini sollecitati dal mago, con lo stesso spirito con cui ragazzi e adulti hanno portato i piatti in tavola.

Con Gesù dentro di noi perché si fa cibo nell’Eucarestia, con la gioia di riconoscersi suo Corpo in quanto Chiesa, siamo “costretti” dallo Spirito di Gesù a buttarci fuori di noi.
Il nostro sagrato dà su via Feraboli, su una strada che - non solo idealmente - unisce i quartieri che fanno la Parrocchia; il nostro sagrato quasi ci invita ad uscire nei quartieri per vivere quella missione che Gesù ci affida. Siamo chiamati e inviati da Gesù ad essere in questi nostri quartieri “facilitatori” di convivenza tra tutti, essere “pontefici”, cioè comunità che costruisce ponti che uniscono, essere partecipi delle iniziative fatte per il bene della gente e che ci sono e crescono nel nostro territorio. L’invitare anche quest’anno le Associazioni con i loro stands, avere un Gruppo rom che rallegra la nostra festa, invitare tutti a fare “dolce o salato” sono solo segni che abbiamo voglia di essere - nel nome di Gesù - costruttori e operatori di pace qui, nel Gratosoglio.
Questo è un carisma che la nostra Comunità ha ricevuto e possiede: ci viene dal nostro Patrono, San Barnaba, grande missionario. Nel DNA della nostra Comunità c’è perciò il buttarsi fuori, non possiamo che fare questo!

Alla luce di tutto non si può che ringraziare.
Grazie a Dio Trinità d’Amore, che in Gesù Cristo si fa cibo per noi, ci fa Chiesa nel nome di Gesù, che ci “butta fuori” in missione, che in questi ultimi mesi ci ha dato il coraggio e la forza di affrontare l’impresa di “sistemare” la chiesa e il sagrato e che ci ha dato la capacità e la generosità per portarla a termine
Grazie a tutti noi, un grosso Grazie vicendevole
a don Giuseppe, al Consiglio Pastorale e al Consiglio Affari Economici che con competenza, programmazione e impegno hanno preparato e seguito i lavori
ai volontari che si sono spesi con abnegazione e passione e che hanno permesso di vivere i disagi di questi mesi senza eccessive sofferenze
alla generosità di tanti che offrono il loro contributo economico che permette di affrontare le spese e i debiti: alcuni hanno dato tanto, ma la goccia di molti è preziosa
alla Curia di Milano che ha fatto da supervisore e ha sorvegliato sulla correttezza dei lavori
ai Professionisti e alle Imprese che hanno permesso di “dare corpo” al nostro sogno, e far sì che coloro che entrano in questa chiesa ne rimangono stupiti
al Comune di Milano col cui contributo possiamo essere più tranquilli nel pagare i debiti
Grazie a te, san Barnaba, che ami questa Comunità, che la animi col tuo esempio e che la conduci con la tua carità.
San Barnaba, continua a proteggerci e prega per noi.

FUORI DI NOI

FUORI DI NOI e sul sagrato, dopo la tempesta “torna il sereno”!

Eravamo pronti ad ogni eventualità: piogge violente, grandine, trombe d’aria, uragani ... Quest’anno invece è tornato il sereno sulla nostra festa patronale! Le settimane che hanno preceduto l’evento sono state colme di trepidazione e di attese ma anche tempo per creare le premesse per la realizzazione dell’ “impresa”: bisognava ripulire la chiesa, lucidare le panche, abbellire l’altare e dare gli ultimi ritocchi di vernice … Grande partecipazione, grande entusiasmo, grande desiderio di incontrare tutti con un motivo di gioia in più: inaugurare la “nostra” Chiesa!

Ora è tempo di bilanci …
Tutto è iniziato con la visita agli anziani. Preadolescenti e adolescenti (una carica di cinquanta!) hanno portato loro un ricordo di Lourdes: inutile dire che è stato molto gradito e che, ancora una volta, i nostri ragazzi hanno saputo comunicare alle persone che hanno incontrato, l’affetto di tutta la comunità. L’Eucarestia per i defunti e quella per il 15° anniversario di ordinazione sacerdotale di don Giuseppe hanno visto la partecipazione di tanti che hanno pregato, cantato e ringraziato il Signore che non si stanca mai di mettere sul nostro cammino esempi di sacerdoti già o non ancora “santi”!
Il coro “A piece of sky CHORUS”, venerdì sera, ha regalato momenti suggestivi e l’occasione di sperimentare un clima di amicizia, accoglienza e partecipazione. Clima che ha caratterizzato anche la giornata di sabato quando, fin dalle prime ore dell’alba, l’oratorio ha cominciato a “brulicare” di persone che montavano tavoli, erigevano gazebo e tendoni, spostavano frigoriferi e bevande, e di altre che speravano di “rubare” qualche trucco culinario al nostro cuoco Lorenzo.
Durante la cena quasi 700 persone hanno apprezzato il menu ricco e vario, la precisione dei cassieri, il grande entusiasmo dei giovani camerieri che, tra uno gnocco fritto e un prosciutto insufficiente, sono riusciti a superare e far superare le piccole mancanze dovute ad una nutrita ed imprevedibile partecipazione.
Grande attesa e soddisfazione per la giornata di domenica dentro e fuori di noi: dentro la Chiesa per condividere con i fratelli la mensa eucaristica, per sentirsi parte di una comunità viva e vivificante, dentro l’oratorio per incontrare attraverso il “dolce e il salato” altre culture; fuori per incontrare sul sagrato e sulla via Feraboli i vicini di casa, gli amici, le associazioni che vivono e operano nel territorio e che non conosciamo, la Banda del Villaggio e i bambini della scuola elementare che hanno invitato tutti a non avere “paura del diverso, di ogni novità, paura della vita, della felicità.”

Ma ora è tempo anche di ringraziamenti né ovvii né scontati …
Grazie a tutte le persone che hanno dato il loro tempo ed energie a profusione, grazie a don Giorgio e a don Giuseppe che sanno trasmetterci la passione per il vangelo, grazie alle ragazze e ai ragazzi che in momenti, come quelli vissuti, sanno dare il meglio con coraggio e determinazione, grazie a Lorenzo e alle “donne” della cucina e del servizio a cui non mancano mai entusiasmo e fantasia. Grazie ai pittori, muratori, architetti che hanno reso più bella la nostra Chiesa, e a tutti quelli che l’hanno resa più pulita!
Grazie e … alla prossima festa Patronale!

La Commissione per la preparazione della Festa 2009

Appuntamenti da domenica 21 giugno 2009

DOMENICA 21 giugno
«III DOPO PENTECOSTE»
Libro della Genesi (2,18-25)
Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini (5,21-33)
Vangelo secondo Marco (10,1-12)

Mercoledì 24 giugno
ore 15,30 presso il Centro Parrocchiale: Servizio di Assistenza per pratiche previdenziali ed assistenziali.

Giovedì 25 giugno
ore 21,00 presso il Centro Parrocchiale: Incontro di fine anno della Catechesi dei 40-50nni.

E S T A T E

ORARI DELLE SS. MESSE GIORNI FERIALI

fino a Sabato 27 giugno
ore 9,00 - 18,00
da Lunedì 29 giugno a Sabato 29 agosto
solo ore 18,00

da Lunedì 31 agosto riprenderà il normale orario
ore 9,00 - 18,00

GIORNI FESTIVI
fino a Domenica 28 giugno
ore 8,30 - 10,30 - 18,00

da Domenica 5 luglio a Domenica 26 luglio
ore 8,30 - 10,30

da Domenica 2 agosto a Domenica 23 agosto
solo ore 10,30

Sabato 15 agosto
«ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA»
Verrà celebrata una sola S. Messa alle ore 10,30
(non c’è la S. Messa delle ore 18,00)

da Domenica 30 agosto riprenderà il normale orario
8,30 - 10,30 - 18,00

La S. Messa Vigiliare Vespertina verrà sempre celebrata tranne il giorno 15 agosto

ANCHE LORO ERANO PRESENTI

Da Roma, un telegramma che le Poste italiane hanno faticato a far pervenire in tempo, però va bene lo stesso!

SEGRETERIA DI STATO

REVERENDO SIGNORE DON GIORGIO GUIDI

PARROCCHIA SAN BARNABA IN GRATOSOGLIO
VIA FERABOLI 27 20142 MILANO


OCCASIONE RIAPERTURA AT CULTO RESTAURATA
CHIESA SAN BARNABA IN GRATOSOGLIO
SOMMO PONTEFICE SPIRITUALMENTE PARTECIPE
COMUNE GIOIA RIVOLGE BENEAUGURANTE SALUTO
ESPRIMENDO COMPIACIMENTO PER ACCRESCIUTO
DECORO EDIFICIO SACRO ET MENTRE AUSPICA CHE
FAUSTA CIRCOSTANZA SUSCITI GENEROSI PROPOSITI
COMUNIONE EVANGELIZZAZIONE ET TESTIMONIANZA
CRISTIANA INVIA AT LEI COLLABORATORI ET
PARTECIPANTI TUTTI SACRO RITO IMPLORATA
BENEDIZIONE APOSTOLICA


CARDINALE TARCISIO BERTONE
SEGRETARIO DI STATO DI SUA SANTITA’

I MIRACOLI DI LOURDES

Alcune riflessioni di chi ha partecipato al Pellegrinaggio parrocchiale al Santuario francese

Ho respirato un’aria tutta particolare e ho provato delle emozioni uniche. Sembrava che la Madonna fosse lì ad aspettarmi, ad aspettare proprio me, per stringermi tra le sue braccia! E poi ho toccato con mano le conseguenze della Pentecoste: durante le processioni, specialmente quella con le fiaccole, mi sono sentita davvero parte della Chiesa universale ed è stato bellissimo pregare tutti insieme “come lo spirito dava noi il potere di esprimerci”. Nessuna esagerazione, nessun fanatismo!!! Solo tanta fede! Il bagno nella piscina poi è un discorso a parte: le parole non bastano a spiegare quello che ho provato… ho rivissuto il mio battesimo. Forse era proprio il momento giusto per dire a Maria tutto quello che avevo e ho nel cuore. Le mie fatiche, il mio grande dolore e anche il mio grazie per quello che la vita continua a donarmi.
Betta

Non è stato facile scegliere di andare a Lourdes per la mia sensibilità lontana dal devozionismo, ma ho aderito per un compito di servizio alla comunità, senza grandi aspettative. Anche prima della partenza mi sono però accorta che qualche grazia già la stavo ricevendo, grazie al contatto con molte persone che mi confidavano le loro sofferenze in modo spontaneo, senza reticenze e senza alcun mio merito particolare. L’incontro alla grotta di Lourdes con tanti ammalati e con la fede di molti mi ha profondamente toccato e spinto ad una preghiera intensa, nonostante la distrazione della miriade di negozi con la Madonna in tutte le salse, perfino sulle caramelle!
Anche la presenza della comunità reale di San Barnaba (104 pellegrini non son pochi!), con le sue grandezze e le sue piccinerie è stato per me motivo di riflessione e di crescita nello spirito ecclesiale e devo confessare che il ringraziamento ricevuto per il lavoro organizzativo lo devo girare a tutti i partecipanti che con me hanno vissuto questo momento.
Laura

Riguardo all'esperienza vissuta a Lourdes, devo dire che mi è piaciuta davvero tanto. In quel posto mi sono rilassato molto, perché ho lasciato tutti i miei problemi alle spalle. Quando sono entrato nella Grotta Santa, ho percepito qualcosa ma credo sia normale! Riguardo al mio cuore, credo di averlo aperto un po’ troppo in quel posto…
Davide

usione e rumore, fuori e dentro di me… Poi il giorno successivo è stato come se dentro di me si fosse sbloccato qualcosa… ho iniziato a piangere durante la Messa alla grotta ed è come se le lacrime mi avessero “lavato” dentro! Ho iniziato a sentire, a provare delle emozioni fortLa sensazione che ho avuto lì è che il tempo si fosse fermato… perdi completamente la cognizione del tempo; dimentichi tutte le cose brutte che hai dentro e torni con tante cose belle dentro al tuo cuore. Infatti io ho avuto la sensazione di svuotare la mente e riempire il cuore di emozioni, preghiera, bellezza della natura e quindi anche di Dio.
Torni serena dentro; ti senti in pace col mondo e con te stessa. E’ un po’ come se l’acqua, simbolo di Lourdes, insieme ai malati, alla grotta e alla luce, ti avesse “lavato” in tutti i sensi: purificato. Quindi anche tu riesci a perdonarti e a perdonare. Ti senti piena, ricca dentro, di un tesoro che non ha prezzo né valore: la pace, la serenità interiore, che ti dona l’Amore di Maria e del Signore. A Lourdes ho avuto la sensazione che, anche la sofferenza dei malati fosse silenziosa, discreta, oserei dire quasi invisibile…
Ma devo anche dire che, il primo giorno che siamo arrivati ero un po’ frastornata, quasi indifferente al luogo; non ho ben capito se per il fatto che, essendo domenica, c’era tantissima gente, poco raccoglimento ovunque, poco silenzio, tanta confi, sono riuscita a pregare Maria e il Signore con le parole del cuore; ho sentito il bisogno di fare la Comunione.. ho sentito che doveva essere il primo gesto di cambiamento…
Dimenticavo un’altra cosa molto bella di quest’esperienza vissuta a Lourdes: l’aver conosciuto delle persone interessanti, particolarmente “luminose” che ti infondono conforto, serenità, con le quali viene spontaneo parlare, dialogare…
Paola

A Lourdes la sofferenza e la solidarietà hanno un posto in prima fila in ogni occasione di preghiera e non. A Lourdes la Madonna ha scelto una bambina insignificante per fare cose grandi… Intorno a me solo preghiere, solidarietà e amore, non riesco a vedere altro. Tutti guardano Lei, tutti si affidano a Lei, davanti alla grotta o lontano dalla grotta. Ovunque sale una preghiera corale che ti coinvolge, che ti porta a fare silenzio, a riflettere sul senso della vita, a motivare la speranza. A dire: Signore grazie, come sono fortunato, non posso chiederti qualcosa per me! Dove sono i miei problemi, dove gli affanni quotidiani, dove le cose che ti volevo chiedere?
Gigi

…. Davanti alla grotta, forse ad ogni ora, si celebra una Messa in lingue diverse.
In prima fila, in posizione privilegiata, ci sono i malati in carrozzina .
Passando, non si riconoscono le parole, ma la fede sì….
Ho sentito distintamente un grido provenire da un gruppo di persone in carrozzina, un grido gioioso che sembrava fuori luogo tra di loro: AMEN !
Signore, Amen.
Nini

Si parla, si discute molto se fare o no il bagno nelle piscine, sono molto indeciso, si, no, forse, poi improvvisa la decisione grazie alle parole di GG. E se non avessimo più l’occasione di tornare qui? Bene, si va, sveglia alle 5, inizio coda alle 6, alle 9 sono dentro. Sono tranquillo, un volontario mi fa entrare nella pre-stanza dove ci si spoglia, siamo in 5. La tensione sale, ma improvvisamente sono assalito da un mare di tenerezza e dolcezza, vorrei abbracciare i miei compagni d’attesa, ma è già il mio turno, entro, sono emozionatissimo. Un volontario mi aiuta, mi prepara. Si prega l’Ave Maria, prima di entrare in acqua mi invita a pensare alle mie intenzioni. Immediatamente scoppio in un pianto dirotto e vedo come in un film tutte le persone che vorrei portare in acqua con me, sono tantissime, ma sono con me, le ho nel cuore. Pronuncio in silenzio il loro nome. Anche i volontari sono commossi, piangono. Non mi rendo conto, sono già immerso nell’acqua e la tenerezza mi avvolge ancora di più. Li ringrazio, esco. Il paradiso? L’ho percepito, Gesù insieme a Maria mi hanno accarezzato…
Antonio

A Lourdes la Madonna ci ha accolto subito, non c’è stato un momento di smarrimento o di tristezza, tanta gioia dentro, tanta voglia di piangere, di abbracciare, di pregare, di ringraziare.
La mia mamma c’era stata due volte a Lourdes e lì l’ho ritrovata nella grotta, nelle piscine, nell’aria che respiravo, c’era il suo abbraccio insieme a quello di Maria.
Il bagno nelle piscine è stato il culmine dell’incontro con Maria, buttarsi, tuffarsi con fiducia nelle sue braccia e portarsi dentro tante persone care. Mentre aspetti il tuo turno senti proprio che siamo tutti uguali, non esiste più povero o ricco, buono o cattivo…. Gesù e Maria ci amano così come siamo. Con tutte le nostre miserie le nostre paure, i nostri dubbi; sono lì ad accoglierci ogni volta che gli apriamo il cuore. Questo mi ha fatto scoppiare di gioia, sentirmi uno con gli altri, e avevo voglia di abbracciare tutti.
Maria Angela

La luce è uno dei segni che più mi ha colpito. La luce è stata molto presente in questo pellegrinaggio: durante la fiaccolata serale, il fuoco delle fiaccole sembrava infinito, si percepiva veramente la grande Universalità della Chiesa; durante la Processione Eucaristica e nella Grotta, dove abbiamo avuto modo di celebrare la S. Messa…
Questo Pellegrinaggio mi è servito a scoprire un “nuovo percorso” nel mio cammino… e a capire quanto è grande il Signore; soprattutto durante la Via Crucis ho compreso ancora meglio il messaggio che Gesù ha manifestato sulla terra. Ho chiesto perdono per i miei limiti.
Sono proprio felice d’aver vissuto quest’esperienza: ringrazio mia nonna d’avermi portato con lei e voi per aver organizzato!!!
Matteo

Questo per me doveva essere un viaggio di ringraziamento alla Madonna e la speranza di scoprire la fede, perché è la fede che fa compiere i miracoli e dona la forza necessaria per affrontare le difficoltà della vita. Ma la fede si deve trovare dentro di noi, e dentro di me non ce n’è molta, per cui mi diventa difficile dire e accettare che la sofferenza sia uno dei tanti aspetti della vita...
Comunque ho voluto andare a Lourdes, non ho escluso che Dio attraverso la Madonna potesse illuminarmi, e ho voluto anche fare l’esperienza del bagno, perché sentivo la necessità di fare il viaggio a 360 gradi… Quando è stato il mio turno ho provato una grandissima emozione, ho cercato di trattenermi, ma non ho potuto fare a meno di piangere. E, quando sono uscita, ho dovuto andare a sedermi sulla prima panchina libera che ho trovato. Sono stati giorni di preghiera, ma osservando le persone che mi circondavano, capivo di non essere come loro...
Giancarla

… è bastato entrare nel recinto dove c’è la Grotta e i luoghi Santi per sentire nell’animo un qualche cosa di diverso, un qualche cosa che era nell’aria, un desiderio di pace e di preghiera che abbiamo percepito come un invito alla meditazione su quello che siamo e su come intendiamo la Fede.Di lì e per tutti i vari percorsi di Fede una grande serenità ci ha preso e la voglia di pregare in comunità è stata grande… Durante la Messa alla Grotta non siamo riusciti trattenere la commozione; durante la Via Crucis abbiamo pregato tanto perché la Vergine di Lourdes riportasse i nipoti ancora verso la Chiesa. Una Via Crucis che da l’idea della sofferenza di Cristo.
Elisa ed Enrico

Eravamo ansiosi di partire. Nel nostro cuore c’era trepidazione ma anche una gioia immensa per questo Pellegrinaggio a Lourdes che ci avrebbe fatto incontrare Maria, l’Immacolata Concezione, e la piccola Bernadette.
Quando ci siamo trovati davanti Maria, alla grotta, la commozione è stata grandissima. L’abbiamo guardata, abbiamo pianto e pregato tantissimo. Una preghiera silenziosa, con tanti ammalati vicino a noi, con tanta sofferenza accompagnata dalla luce delle candele sempre accese e dal silenzioso fiume Gave. Il mistero, la fede, lo Spirito Santo: Lourdes è tutto questo.
Grazie Maria, per averci ascoltato e condiviso con noi i dolori e le gioie così come tu hai fatto con tuo figlio Gesù.
Anna e Pinuccio

Abbiamo pensato a questo pellegrinaggio come ad una occasione importante da vivere insieme come famiglia, nonostante qualche piccolo malumore o perplessità, a costo di rinunciare ciascuno a qualcosa pur di esserci tutti... È un’esperienza che ti fa toccare con mano non un fanatismo devozionale che và alla ricerca di chissà quali eventi miracolosi, ma un fiducioso abbandonarsi nelle mani di Maria, strumento e mezzo per incontrare il Dio della vita.
Esperienza che ti mette inevitabilmente di fronte al mistero della malattia e della sofferenza, una sofferenza non però sbandierata e urlata ma vissuta nel suo dignitoso dolore che si fa supplica e preghiera.
Portiamo a casa la consapevolezza che al di là del nostro indaffarato quotidiano siamo immersi in un mistero, il mistero della Chiesa universale … Portiamo a casa il desiderio di far parte di questo popolo in cammino; qualche volta ci sembra di essere stanchi e soli ma è bello alzare lo sguardo e riempire il nostro cuore di speranza e di fiducia vedendo che intorno a noi ci sono tante persone che con il loro silenzioso esempio sembrano dirci moto più di tante parole: "Coraggio, andiamo avanti perché la vita è un dono meraviglioso e vale la pena viverla al massimo".
fam. Olini


… l’esperienza degli altri fatevela raccontare!

REFERENDUM 21 GIUGNO 2009

Nel pressoché assordante silenzio dei mass-media sulle prossime consultazioni referendarie, questo articolo si propone di fornire informazioni indispensabili per poter rispondere con consapevolezza ai quesiti ai quali siamo chiamati.


Domenica 21 giugno, insieme ai ballottaggi per le provinciali, è indetto il referendum per cambiare la legge elettorale che regola l’attribuzione dei seggi alle forze politiche. Però a tutt’oggi tutto tace!!
Siamo chiamati ad esprimere il nostro parere attraverso un sì o un no. Ci si può anche astenere: se il referendum non raggiungesse la metà più uno degli aventi diritto il referendum non avrebbe conseguenze.
Ma cosa chiedono i referendari?
L’attuale legge elettorale della Camera e del Senato (legge n. 270 del 2005) – definita “Porcata” dal suo stesso estensore on. Calderoli – prevede per l’assegnazione dei seggi alle diverse forze politiche un sistema proporzionale con soglia di sbarramento e premio di maggioranza.
Tale premio, pari al 55% dei seggi, è attribuito su base nazionale alla Camera dei Deputati e su base regionale al Senato. Oggi esso è attribuito alla “singola lista” o alla “coalizione di liste” che abbia ottenuto il maggior numero di voti validi espressi.
La possibilità di ottenere il premio di maggioranza anche per la coalizione di liste ha fatto sì che alle elezioni del 2006 si siano formate due grandi coalizioni “piglia-tutto” composte da numerosi partiti, incentivando ulteriormente la frammentazione. Dinnanzi a questo stato di cose sempre nel 2006 venne costituito un comitato promotore per il referendum elettorale presieduto da Giovanni Guzzetta e coordinato da Mario Segni.
Il Comitato referendario ha proposto sostanzialmente tre quesiti.
Il primo (scheda viola) e il secondo (scheda beige) quesito (rispettivamente per la Camera dei Deputati e per il Senato) propongono l’abrogazione del collegamento tra liste e della possibilità di attribuire il premio di maggioranza alle coalizioni di liste. In caso di vittoria dei sostenitori di tale referendum la conseguenza sarebbe che il premio di maggioranza verrebbe attribuito alla lista singola che otterrà il maggior numero di voti e non più alle coalizioni di liste.
Il terzo ed ultimo quesito (scheda verde) riguarda un annoso problema, cioè le candidature multiple. Se l’esito fosse positivo, questo comporterebbe l’impossibilità per un candidato di essere presente in più circoscrizioni e ai candidati più noti e importanti di correre in tutte le circoscrizioni per poi cedere il posto a candidati meno noti, beneficiari di una sorta di “ trascinamento” da parte del loro leader e a scapito della trasparenza eletto-elettore. Infatti numerosissimi parlamentari sono stati eletti “di fatto” dopo il voto, attraverso il meccanismo dei subentri. Il nome forte e conosciuto si candida in più circoscrizioni, risulta eletto ovunque e solo dopo il voto opta per la circoscrizione preferita, liberando quindi i posti in lista e facendo così scorrere la lista. Da questo punto di vista il referendum introduce un correttivo alla designazione nazionale dei partiti e un rapporto più stretto tra colui che vota e colui che viene votato.
Diverse sono le motivazioni che inducono alcune forze politiche a sostenere che non bisogna andare a votare: si parte dalle forze più piccole che temono uno schiacciamento a favore pei partiti più grossi; c’è chi sostiene inoltre essere di competenza dei partiti accordarsi su questi punti delicati, ma per lo più oscuri ai cittadini; c’è chi teme un rafforzamento tale del partito maggioritario che si rischierebbe così di ammazzare la democrazia.
Ci sono poi una serie di ragioni che portano altri a sostenere la bontà di esprimersi e rispondere si: i referendari insistono sull’elemento di pungolo che avrebbe la riuscita del referendum sull’inattività dei partiti ad accordarsi per avere una legge elettorale diversa dal “porcellum”; sostengono inoltre la necessità di ridurre ancora di più la frammentazione dei partiti per una maggiore trasparenza del lavoro politico. Essi temono moltissimo l’astensione, perché ciò significherebbe il perdurare del’attuale status quo tra le forze politiche.
C’è da osservare che qualunque sia la decisione che ogni cittadino maturerà, è urgente pretendere che riprenda in Parlamento un confronto tra i partiti che risolva alcuni nodi istituzionali; che la politica sappia farsi carico del bene comune e non di interessi solo di parte; che i cittadini siano informati correttamente su ciò che matura a livello di assetto democratico del Paese. Ogni riforma non è neutra, ma regola in diversi modi i rapporti tra cittadini ed istituzioni. Noi dobbiamo esserne consapevoli e non abdicare pedissequamente ai partiti responsabilità che sono anche nostre!!
E per chiudere, vorrei sottolineare il significato stringente dell’ultimo quesito: là dove si richiede che il rapporto tra eletto ed elettore sia diretto e non mediato dalla figura, pur consistente, dei vari leaders politici nazionali. Abbiamo bisogno di una riforma della politica che vada a verificare meglio tale rapporto; anche nell’era della televisione e del leaderismo abbiamo bisogno di innervare la democrazia di un rapporto più serio e continuativo con coloro che si candidano a rappresentarci.

Stringhini Natalino.

ANCHE QUESTA È CARITÀ

Scoperta la causa di una rara malattia del sangue da parte del nostro comparrocchiano professor Alberto ZANELLA

È italiano uno dei cinque migliori contributi europei scelti per la presentazione al ‘presidential symposium’ del 14° Congresso annuale dell’Associazione Europea di Ematologia (EHA), tenutosi a Berlino il 6 giugno 2009. Si tratta dello studio che ha portato all’identificazione del gene responsabile di una grave malattia rara, condotto dai ricercatori del gruppo del prof. Alberto Zanella, direttore dell’Unità operativa Ematologia 2 del Policlinico di Milano. La malattia in questione è l’anemia diseritropoietica congenita di tipo II (CDAII), caratterizzata da una scarsa produzione di globuli rossi da parte del midollo osseo. Solo 400 i casi riportati in letteratura, ma si ritiene che siano molti di più quelli reali a causa delle difficoltà della diagnosi. Molti i casi di morte in utero poi attribuiti a questa anemia, per cui ad oggi non esiste cura ma solo terapie per contrastare l’accumulo di ferro dovuto alla malattia, che a sua volta può portare a cirrosi, diabete, cardiopatie. “Erano almeo 12 anni che i ricercatori davano la caccia al gene responsabile della CDA II” - spiega Zanella - “da quando fu identificata una regione nel cromosoma 20 dove quel gene avrebbe potuto trovarsi. Ma qui ce n’erano troppi per poter individuare quello giusto”. Così Zanella è partito dal versante opposto: andando cioè a identificare le proteine contenute in un globulo rosso e vedere quali di queste sono sintetizzate in quella tal zona del cromosoma 20. Le proteine trovate sono state bel 1578 e due giovani ricercatrici Paola Bianchi e Elisa Fermo le hanno classificate una per una, arrivando ad identificarne 17 compatibili con la zona di cromosoma in questione. Poi, alcune sono state escluse perché già note come causa di altre malattie, altre perché normali. Nel frattempo un lavoro internazionale ha consentito di spostare di poco la zona di cromosoma incriminata e questo ha escluso altre proteine. Alla fine ne sono rimaste sole due e di queste una, quella codificata dal gene SEC23B, sembrava l’imputata più verosimile. E proprio sequenziando questo gene in 13 pazienti appartenenti a 10 famiglie è stata trovata la mutazione genetica causa della malattia. “La conoscenza del gene responsabile delle CDAII” - conclude Zanaella - “aiuterà ora a migliorare la diagnosi e a meglio capire la patogenesi di queste rare malattie”.

(tratto da ANSA.it Salute dell’08/06/2009 09:43)

04 giugno 2009

A tutta festa!


Famiglie di San Barnaba,
siete pronte a far festa? È questa la domanda che vi rivolgo, perché ci attendono giornate “calde” per la Festa Patronale 2009!
Una Festa per noi, Comunità cristiana di San Barnaba, una Festa “Dentro di Noi”.
Vogliamo essere Comunità in festa: abbiamo portato a compimento i LAVORI fatti all’interno e fuori dalla CHIESA. All’interno abbiamo rimesso a nuovo il pavimento, rifatto il riscaldamento e l’impianto elettrico e di illuminazione, potenziato l’impianto audio, tinteggiato le pareti, ripristinato il Battistero e la sacrestia, restaurato la statua della Madonna … anche se sappiamo che Gesù è il vero fondamento del nostro essere cristiani, che la Bellezza della nostra fede ha come sorgente la sua Parola, l’Eucarestia, il Battesimo che abbiamo ricevuto, Maria ci accompagna come madre … All’esterno abbiamo rifatto il SAGRATO (e qualche contorno in Oratorio) quasi a sottolineare la voglia di comunione fraterna, il desiderio di incontrarci alla fine delle nostre celebrazioni per conoscerci e comunicare di più e meglio, ma anche a ricordarci che siamo continuamente spinti dallo Spirito a uscire dalla chiesa per vivere la nostra missione sulle nostre strade e nelle nostre case.
E allora la prossima Festa Patronale diventa un grosso GRAZIE per tutto quanto è stato fatto: per l’impegno artistico nel progettare e pianificare i lavori, per la fatica nel realizzare le opere (con il coinvolgimento e l’opera delle imprese), per il sostegno economico di tante persone (dal tanto di chi ha offerto oltre 5.000 euro volendo rimanere anonimo, a chi ha dato la “classica goccia” che permette alla fine di far quadrare i conti), per il lavoro di tanti volontari che gratuitamente si sono spesi in spostamenti, aggiustamenti, pulizie ...
Di tutto questo sarà ricca la Celebrazione Eucaristica di Domenica 14 Giugno mattina, che farà emergere quanto il Signore ama la nostra Comunità e quanto noi “ci teniamo” ad essere “San Barnaba”!
E se guardiamo dentro di noi non possiamo dimenticare di far festa a DON GIUSEPPE per i suoi 15 anni di ordinazione sacerdotale: nell’ultimo quinquennio si è speso per la nostra Comunità di San Barnaba. Anche questo anniversario ci spinge a dire grazie con lui a Gesù che lo ha chiamato al presbiterato, grazie a lui per avere risposto al Signore, grazie per l’impegno che profonde a nostro beneficio … oltre a pregare perché lo Spirito lo aiuti a vivere le nuove responsabilità che lo attendono.
Per questo motivo è bello “offrirci come dono” il CONCERTO del coro “A piece of sky Chorus”, “Con gli occhi trasparenti di un bambino”. Quanti significati, quanti fatti, quante fatiche risentiamo in questo titolo …
Però questa non è una festa solo per noi, ma vogliamo che sia una festa con tutti. Lo slogan “Fuori di Noi” è uno stile e un impegno. Il pomeriggio di Domenica 14 Giugno con gli STAND DELLE ASSOCIAZIONI è un nuovo tentativo per vivere un momento festoso di incontro e di condivisione, e soprattutto di collaborazione. Non era fallito lo scorso anno, ma solo rimandato a causa della “leggera pioggia” caduta! Un momento di animazione che non poteva che essere rilanciato quest’anno con maggior entusiasmo. Come Parrocchia partecipiamo a diversi “Tavoli” durante i mesi dell’anno, perché crediamo alle tante chances che ci sono tra noi. Domenica 14 Giugno desideriamo che vengano messe in mostra, chiedendo a tutti di partecipare. Ci piace essere “pontefici”, costruttori di ponti, facilitatori di incontro e dialogo (leggete l’articolo sul Papa all’interno).
Questo stile non vogliamo viverlo solo con le Associazioni, ma anche aprendoci al “dialogo culturale”: le degustazioni ci permettono di “sondare” gusti di ogni dove e la musica del Gruppo “La banda del villaggio” di vedere come la gente rom esprime la propria cultura e la voglia di far festa.
Care Famiglie di San Barnaba, siete pronte a far festa? Sono sicuro che la vostra risposta è SÌ. Allora, arrivederci
Fraternamente
don Giorgio

Festa di San Barnaba - PROGRAMMA

Giovedì 4 giugno 2009 ore 21.00
Celebrazione Eucaristica in suffragio dei defunti della Parrocchia e in memoria di don Alberto Nordi e monsignor Marelli

Giovedì 11 giugno 2009 ore 21.00
Vespri solenni, Celebrazione Eucaristica nella festa liturgica di San Barnaba e 15° Anniversario dell'Ordinazione Sacerdotale di don Giuseppe Lotta

Venerdì 12 giugno 2009 ore 21.00 in chiesa
Concerto del coro A piece of sky Chorus “Con gli occhi trasparenti di un bambino”
Spiritual, folk e... cartoons

Sabato 13 giugno 2009 dalle ore 19.30
Cena comunitaria con animazione per bambini e ragazzi, esibizione di danze popolari «Lombelicodelmondo», a seguire balli per tutti

Domenica 14 giugno 2009 ore 10.15
Inaugurazione ufficiale del sagrato e della Chiesa “Finalmente tutti dentro!” e Celebrazione Eucaristica

ore 12.30 Happy Hours

Nel pomeriggio nella Via Feraboli animazione a cura delle Associazioni di zona

ore 15.00 Apertura degli stand

ore 16.00 Il coro dei bambini della scuola elementare Arcadia canta la canzone “Fuori di sè”

ore 16.15 Esibizione del Gruppo «La banda del villaggio»

ore 17.00 Apertura stand gastronomico “Fuori di noi, dolce e salato dei paesi tuoi”

In oratorio gonfiabili, musica, gnocco fritto, salamelle, patatine... zucchero filato

Festa di San Barnaba - STAND DEGUSTAZIONE

FUORI DI NOI! DOLCE E SALATO DEI PAESI TUOI!

Domenica 14 GIUGNO ore 17,00 in Oratorio mostra e degustazione di specialità di tutto il mondo.

PROTAGONISTA DI QUESTA MOSTRA SEI ANCHE TU

Fai uscire dalla tua cucina tutta la tua bravura. Prepara quindi la tua specialità (torta, biscotti, pizza, focaccia del “tuo paese”) e portala in oratorio allo stand.

Consegna la tua prelibatezza, allegando la ricetta, domenica 14/6 alle ore 16,30 direttamente allo stand “Fuori di noi: dolce e salato dai paesi tuoi”.

NON MANCARE!!!!!!

Festa di San Barnaba - CERCA VOLONTARI

Per far riuscire bene la festa di San Barnaba abbiamo bisogno di molte braccia e mani. Più saremo, più bella sarà la festa.
I momenti richiesti saranno:
Sabato 13/06/09: Domenica 14/06/09: Mattino Mattino
Pomeriggio Pomeriggio
Fine serata Tardo pomeriggio

Per accordi contattare il Sig. Antonio Cilia cell 338/3839677
Mail: antonio.cilia@libero.it

Torneo di Calcio a 7

La Società USSB -Unione Sportiva San Barnaba è lieta di invitarvi al Torneo di Calcio a 7 per le categorie Open e Top Junior ..in ricordo del proprio Mister..
ANDREA ROBA

Partite di Girone e Semifinali dall’ 8 al 18 Giugno ‘09 - Finali Sabato 20 Giugno ‘09

CAMPO BIANCO ORATORIO SAN BARNABA Via Feraboli 27 Milano Inizio gare ore 20,00 e 21,30

SQUADRE PARTECIPANTI:
• U.S.S.B.
• SAN GIUSEPPE LACCHIARELLA
• SAN GIOVANNI BOSCO
• KOLBE
• C.O.C.
• SAMZ
• TORRETTA GALAXY
• LA TRACCIA

Appuntamenti da Domenica 7 Gougno 2009

DOMENICA 7 giugno
«SS. TRINITÀ»
Libro dell’Esodo (33,18-23;34,5-7a)
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani (8,1-9b)
Vangelo secondo Giovanni (15,24-27)

Mercoledì 10 giugno
ore 15,30 presso il Centro Parrocchiale: Servizio di Assistenza per pratiche previdenziali ed assistenziali.

DOMENICA 14 giugno
«SS. CORPO E SANGUE DI CRISTO»

Festa Patronale di San Barnaba
(vedi Programma)

Mercoledì 17 giugno
ore 15,30 presso il Centro Parrocchiale: Servizio di Assistenza per pratiche previdenziali ed assistenziali.

Giovedì 18 giugno
ore 19,30 presso il Centro Parrocchiale: Incontro di fine anno della Catechesi degli Adulti. Seguirà un momento conviviale.

DOMENICA 21 giugno
«III DOPO PENTECOSTE»
Libro della Genesi (2,18-25)
Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini (5,21-33)
Vangelo secondo Marco (10,1-12)

“QUESTO PAPA NON MI PIACE!”

È una frase che spesso si sente dire da chi fa un confronto tra l’attuale “Pontefice” e Giovanni Paolo II. Questo Papa “è difficile da capire!”… o forse ci chiede una minore superficialità e un maggiore sforzo intellettuale? Sicuramente Benedetto XVI è (come lo presentano i mezzi di comunicazione di massa) un conservatore … oppure lavora in profondità per creare futuro?
Lasciamoci aiutare da questo articolo di fratel Enzo Bianchi (Comunità di Bose) dal titolo “Un papa, un rabbino e un imam”, che fa riflettere sul viaggio del Papa in Terrasanta di qualche settimana fa’.

Sono rare e preziose le circostanze in cui è dato di cogliere quasi fisicamente il significato di certe parole. Il viaggio di Benedetto XVI in Israele e Giordania ci ha dato la possibilità di cogliere in pienezza la portata di uno dei titoli attribuiti al papa: «Pontefice», ideatore e costruttore di ponti. Compito non facile perché, restando nella metafora, bisogna conoscere bene il terreno sulle due sponde che si vogliono congiungere, i materiali da usare, le persone da impiegare; bisogna saper attendere e osare, costruire sostegni provvisori e rimediare a difficoltà impreviste. Tutti problemi che possono solo aumentare quando, come in Medioriente, le sponde non sono solo due ma tre e quando sono da secoli, se non in conflitto, almeno in costante attrito.

È stata proprio questa missione di «pontefice» a innervare le giornate, gli incontri, le parole e i gesti di Benedetto XVI in Terrasanta. Conoscenza dei problemi, ascolto attento delle realtà concrete, consapevolezza della difficoltà della missione uniti a una sapiente fermezza hanno fatto sì che il Papa non abbia ceduto a nessuna pressione politica e si sia mostrato in ogni momento autentico fautore di pace: l’agenda degli appuntamenti e le parole dei discorsi non erano dettate da pressioni esterne, anche perché il successore di Pietro non dimentica che, qualora alcune sue parole dispiacessero a qualcuno, restano sempre di consolazione le parole di Gesù: «Beati voi quando diranno male di voi!». Anche stavolta non sono mancate critiche e rimproveri nei suoi confronti, ma paiono debitrici soprattutto di un clima ormai instauratosi di incomprensioni e diffidenze che impedisce a molti di riconoscere la sincera volontà di pacificazione e riconciliazione che anima il Papa.
In realtà, parole forti del Papa sui dolorosi problemi che affliggono quella regione della Terra non erano certo mancate in questi anni, ma anche le parole hanno un peso diverso a seconda del luogo e del tempo in cui vengono pronunciate. Così, il «senso tragico» di un muro lo si coglie in pienezza quando ce lo si trova di fronte, costruzione che si erge plasticamente antitetica a qualsiasi ponte, a qualsiasi strada che mette in comunicazione un uomo con il proprio fratello in umanità. E se davanti al Muro occidentale il silenzio del Papa si è fatto preghiera in solidarietà con l’Israele orante di tutti i tempi, davanti al muro eretto da mani d’uomo contro altri uomini le sue parole sono state un grido di dolore.

Anche la memoria della Shoah si scolpisce indelebilmente nelle menti e nei cuori quando - come nel museo Yad Vashem - è accompagnata dalla presenza dei «nomi» che evocano le persone: «Concederò nella mia casa e dentro le mie mura - dice il Signore - un memoriale e un nome (yad vashem)... darò loro un nome eterno che non sarà mai cancellato» (Isaia 56,5). Lì, con un discorso di altro tono rispetto a quello del suo predecessore Giovanni Paolo II, ma con altrettanta chiarezza e parresia ha fatto memoria di un’immane tragedia inclusiva ricordando, assieme ai «sei milioni di ebrei brutalmente sterminati», tutte le vittime della storia, «da Abele il giusto» fino all’ultimo anonimo essere umano perseguitato, torturato e ucciso. Per tutti ha fatto risuonare la consolante parola della Scrittura: «Le misericordie di Dio non sono finite, né esaurite».

Ma la terra cara ai tre monoteismi è custode di una cultura millenaria che non scinde mai le parole dai gesti, dalla concretezza di un vissuto che può a sua volta essere narrato, raccontato, spiegato da una parola nuova, rivisitata e inverata dall’agire. E anche di questi gesti è stato intessuto il viaggio di Benedetto XVI, come la salita al Monte Nebo per contemplare come Mosè una terra «altra», sempre promessa e mai pienamente posseduta; o come il raccoglimento nella moschea di Amman, rispettoso di uno spazio di preghiera che non è possibile condividere ma che si può accogliere nel cuore. Anche la sosta di raccoglimento e di preghiera di fronte al Muro occidentale e a Yad Vashem sono gesti forti, ormai assunti dalla Chiesa cattolica come «luoghi» di un dialogo nella carità.

Ma il gesto che forse resterà come pietra angolare del ponte gettato in questo pellegrinaggio viene ancora una volta dall’inatteso, dalla capacità di cogliere i segni di un tempo propizio e di trasformarlo in evento che si imprime negli occhi e nel cuore. Il Papa, un rabbino e un imam che si alzano in piedi, si prendono per mano e uniscono le loro voci nell’invocazione che sale a Dio da tutta l’assemblea - «Pax, Shalom, Salam!» - dice ben di più dei confronti intellettuali sui temi religiosi, dei giusti distinguo sui pericoli del sincretismo, di ogni ragionamento sul permanere di alterità inconciliabili... Ormai «la Chiesa cattolica è impegnata in modo irreversibile sul cammino scelto dal Vaticano II per una riconciliazione autentica e duratura tra cristiani ed ebrei», così come è auspicabile che si creino «luoghi, oasi di pace e di meditazione in cui la voce di Dio possa nuovamente essere ascoltata, in cui la verità possa essere scoperta al cuore della ragione universale». Anche la necessità del dialogo interreligioso è stata riaffermata in quel tenersi per mano al canto di invocazione della pace: «Cristiani e musulmani - ha affermato il Papa - devono proclamare insieme che Dio esiste, che si può conoscerlo, che la Terra è la sua creazione». Un dialogo convinto che si spinge fino a ricercare una dimensione «trilaterale», coinvolgendo ebrei, cristiani e musulmani e che diviene decisivo per perseguire la pace e permettere a ogni persona di vivere la propria fede e a ogni comunità di credenti di testimoniare la pertinenza della fede in un mondo indifferente alla presenza di un Dio creatore e salvatore: così si impedirà anche che le differenze religiose siano strumentalizzate da integralismi sempre possibili.

Conversando con i giornalisti nel volo di ritorno, Benedetto XVI ha ribadito «l’impressione che in tutti gli ambienti - ebrei, cristiani e musulmani - ci sia una decisa volontà di dialogo interreligioso: non una collaborazione per motivi politici, ma dettata dalla fede. Credere che questo Dio ci vuole famiglia implica questo incontro del dialogo e della collaborazione come esigenza della fede stessa». Sì, il viaggio è apparso davvero come pellegrinaggio di fede incarnata nell’oggi della storia e la costruzione di ponti, il dialogo ne rimane la chiave interpretativa più feconda.

Conclusione anche per noi … in vista della prossima Festa Patronale.
Non è che parte della missione della nostra Comunità di San Barnaba sia quella di “costruire ponti”tra le diverse realtà che vivono nei nostri quartieri? Non è che vogliamo attuare questo anche organizzando la Festa 2009? Non anche questo modo di fare San Barnaba 2009 un annunciare e vivere il Vangelo tra noi?
Forse adesso il Papa mi è più simpatico!

LA CRISI FINANZIARIA MONDIALE: PROBLEMI OD OPPORTUNITÀ?

Rompere gli schemi per comprendere

Le cause della crisi: il bulbo di tulipano.
L’attuale modello di sviluppo: a lezione di storia dagli abitanti (defunti) dell’Isola di Pasqua.
Cos’è la ricchezza? Ovvero … quanto vale un biglietto da 50 euro.
Quale futuro? L’ombrello della nonna ci insegna.

Il dr. Riccardo POLITI, analista e consulente finanziario indipendente, ci aiuterà a capire l’attuale crisi economica mondiale

Martedì 16 giugno alle ore 21,00 sotto la Casa Parrocchiale

ORATORIO ESTIVO 2009


Dal 15 giugno al 3 luglio (3 settimane).

ORARI:
7,30:
apertura e accoglienza
ore 9: (circa) inizio delle attività con la preghiera; alle 9,20 chiusura del cancello
ore 12,15: termine delle attività del mattino e apertura del cancello.

C'è la possibilità, per chi ne abbia reale necessità, di mangiare al centro parrocchiale acquistando in Oratorio i buoni da € 4,50. (primo, secondo e contorno preparati da una ditta specializzata).

ore 14,30:
inizio delle attività pomeridiane;
ore 16,30: merenda e preghiera serale;
ore 17,00 termine della giornata.

Varianti:
Ogni Mercoledì gita in autobus (v. programma apposito); momenti di comunione con le Parrocchie vicine, festa finale.
Età minima: 7 anni (dopo la prima elementare).

Quota di partecipazione: € 15,00 per l’iscrizione più € 10,00 alla settimana (materiale, merenda e assicurazione).
Le iscrizioni si ricevono in Oratorio dal Lunedì al Giovedì dalle 17 alle 18,30 e al Centro Parrocchiale il Mercoledì e il Venerdì dalle 10,30 alle 12,30.
Si iscrivono i ragazzi appartenenti alla Comunità parrocchiale, quindi anche i non residenti che però frequentano il Cammino di Iniziazione Cristiana o del postcresima (preadolescenti) nella nostra Parrocchia. Le persone appartenenti ad altre comunità parrocchiali si potranno iscrivere solo in caso di vera necessità.

Nasinsù

Guarda il cielo e conta le stelle - Oratorio Estivo 2009
- progetto educativo -

Nasinsù per contemplare le stelle e poi capire quanto si è importanti. Sì, l’universo è per noi. Nasinsù ma con i piedi per terra e finalmente noi saremo stelle sapremo amare di più”. (In anteprima il ritornello tratto da uno dei canti dell’Oratorio estivo 2009)


Punteremo sullo stupore, sulla curiosità e sull’interesse che solo i ragazzi sono capaci di provare quando, alzando lo sguardo, in una notte limpida, lontano dalle luci abbaglianti della città, si trovano davanti allo spettacolo meraviglioso delle stelle.

Durante l’Oratorio Estivo 2009 ci metteremo tutti, grandi e piccoli, ad ammirare le stelle, quelle che sovrastano la nostra testa e sono sempre lì, in un numero imprecisato e infinito,
ad indicarci qualcosa di indescrivibile,
a formare costellazioni che sembrano assomigliarci
e a suscitare il nostro desiderio di capire qualcosa di più di noi, del nostro mondo, dell’universo che ci avvolge,
imparando a guardare oltre, più lontano di quanto si possa fare ad occhio nudo.

Non dobbiamo dare per scontato che lo splendore delle stelle sia così evidente ai ragazzi, spesso distratti da altre luminosità infinitamente più scarse ma così capaci di ancorarli a terra e di non far vedere più in là del loro naso.

E allora occorrerà esercitarsi a tirar su la testa, anzi a mettersi “nasinsù”, per guardare il cielo e contare le stelle, creando le condizioni migliori per una visione limpida e chiara.

Basterà alzare il naso perché automaticamente anche lo sguardo si rivolga verso l’alto e si abbia voglia di fare un bel respiro per accogliere aria pura che rigenera e rasserena.

Contemplando il firmamento del cielo, insegneremo ai ragazzi a guardare oltre, a cercare il senso del creato e a restare affascinati dalla sua grandezza, bellezza e armonia che rimanda al Creatore. Forse per alcuni non sarà diretto il riferimento al Creatore; per questo racconteremo a tutti di una promessa che Dio fa all’uomo, di un desiderio divino che si traduce in vita per tutti, a tal punto che per il Padre tutto rientra in un Disegno più grande, dalle stelle sopra di noi al più piccolo fra gli uomini. Tutti sono importanti, a tal punto che noi siamo considerati da Dio come le stelle del cielo, capaci di un’energia irradiante tale da illuminare tutto intorno. È così che Dio ci ha pensati ed è così che Dio ci vuole.

Sentirsi come le stelle del cielo aiuterà i ragazzi a guardarsi dentro, in cerca dei desideri più profondi. Innanzitutto, occorrerà purificare la vita da tutto ciò che non fa brillare e non fa stare a testa alta. Per questo inviteremo i ragazzi a non essere superficiali ed esplorare il proprio cuore. Soprattutto chiederemo loro di accorgersi che, per noi, il Cielo ha deciso di venirci incontro, aiutandoci così a tenere i piedi ben ancorati a terra.

Non possiamo, dunque, non stare “nasinsù”, imparando anche a pregare per entrare in dialogo con Colui che sta più in alto di tutti ed è capace di entrare intimamente in comunicazione con noi. È Dio che ispira in noi – grazie alla sua Parola fatta carne - i pensieri più belli, i progetti di infinito che richiamano la nostra origine e ci proiettano verso il futuro.

E non sarà fuorviante invitare i ragazzi a sentirsi un po’ delle “stars”, gente che vuole il massimo dalla vita e che però – a differenza delle celebrità – sa mettersi alla scuola della “stella polare”, della stella fissa che indica un cammino costellato di bontà e di amore, di condivisione e di compassione, dove non esiste chi resta isolato ed escluso, dove non c’è chi è fuori dal gioco, ma fa parte di una comunione che non è frutto di immaginazione ma è legame profondo – attrazione gravitazionale – che, pur nell’unicità e nella distanza, ci fa considerare della stessa componente del Cielo.

La stella polare che ci orienta quando siamo “nasinsù” ha un nome ed è Gesù, Colui che è nato sotto il segno di una stella luminosa per essere “luce del mondo”, faro che irraggia calore e mostra la direzione per chiunque voglia seguirlo.
Mettendoci “nasinsù” saremo invitati a dire il nostro “sì” a Lui perché, illuminati dalla sua Parola, possiamo propagare la sua luce infinita.

CAMPI ESTIVI 2009

CAMPI ESTIVI 2009 a BONNE VALGRISENCHE (AO)

Esperienza forte di vita comunitaria, di contemplazione della creazione e di lode a Dio in una piccola valle laterale della Valdaosta, di condivisione e servizio,
di riflessione, approfondimento e confronto,di sano divertimento e allegria!

Siamo in autogestione, nella casa di Bonne in Valgrisenche (ca 1800 m. slm) Preadolescenti (medie inferiori)dal 4 all’11 luglio quota di partecipazione: € 210

Adolescenti e Giovanissimi (medie superiori) dall’11 al 18 luglio quota di partecipazione: € 210

Le iscrizioni si ricevono presso don Giuseppe, gli Educatori o il bar dell’Oratorio entro il 20 giugno.