19 giugno 2009

Che bella festa!

Carissime famiglie di San Barnaba, abbiamo vissuto una meravigliosa Festa Patronale. Tutto è andato per il meglio. Ora - come attività parrocchiali - ci aspetta un meritato riposo: il rallentamento estivo servirà a fare memoria delle tante cose belle vissute e a trovare soluzioni a ciò che c’è da migliorare. Auguro a tutte voi in queste settimane di godere momenti di relax, per recuperare le energie spese. Lasciate spazio anche al Signore Gesù attraverso la preghiera e la lettura della sua Parola, attraverso la contemplazione della natura e alcune buone letture, l’incontro con gli altri e la cultura e la storia del nostro “belpaese”… senza dimenticare quell’appuntamento prezioso che è l’Eucarestia festiva. Vi saluto perciò cordialmente, donandovi quanto ho detto nell’omelia della Festa di San Barnaba. Fraternamente, don Giorgio

Dentro e fuori: sono queste le 2 parole che sintetizzano i mesi passati, questa giornata, questa Messa. Abbiamo vissuto 18 mesi dentro e fuori dalla chiesa, 18 mesi di impegno e fatica, 18 mesi col desiderio di vedere bella questa nostra chiesa
E ora dopo 18 mesi - soddisfatti - possiamo far festa dentro questa chiesa rinnovata in una Domenica in cui celebriamo la Solennità del Corpo e del Sangue del Signore, la Solennità che ci fa fare memoria di uno dei doni più grandi di Gesù a noi, sua Chiesa: l’Eucarestia, la Messa, la possibilità che Gesù ci dà di nutrirci di Lui, l’incontro con Gesù per fare comunione con Lui e tra noi.
Ispirandoci alle 2 parole iniziali possiamo chiamare così l’Eucarestia: Gesù dentro di noi. La Messa, questo incontro col Signore Gesù che ogni settimana avviene in questa chiesa, è sempre qualcosa di bello e straordinario. È questo il motivo che ci ha spinto a rendere questo edificio non solo più sicuro e adatto, ma anche splendente e meraviglioso. Ci vuole una chiesa bella per un incontro bello con Dio Trinità d’Amore, per fare esperienza e gustare quanto è bello essere amici di Gesù, quanto è bello essere parte della sua Chiesa, quanto è bello che Gesù ci unisca a sé in modo totale e unisce noi in modo fraterno.
Proprio per questo alcune mani abili hanno pensato che occorreva una tovaglia dell’altare adatta all’occasione: e l’hanno confezionata per dare più lustro a questa chiesa già bella.

Ma non abbiamo pensato a rendere bello solo l’interno della chiesa: abbiamo rifatto anche il sagrato! Perché, dopo ogni Eucarestia per esprimere l’unione tra noi, per conoscerci meglio e dialogare di più, per riconoscerci come fratelli in Gesù, ci voleva più spazio.
Abbiamo tolto le aiuole non solo per avere più spazio, ma soprattutto per fare più spazio a noi che siamo corpo di Cristo vivente, per stare meglio tra noi, dentro di noi.
Ogni anno facciamo la Festa Patronale per dare spazio al nostro essere Comunità Cristiana nel Gratosoglio, all’esprimere il bisogno di “giocarci insieme”, di “stare tutti vicini”, di “sentire la gioia di essere parte di questa Comunità”… ma ora avremo più spazio, più possibilità di farlo tutto l’anno sfruttando le nuove possibilità che il sagrato ristrutturato ci permette. Con lo stesso spirito che ci ha animato e ci ha fatto cantare venerdì sera durante il concerto del Coro Gospel, con lo stesso spirito con cui hanno ballato le nostre “ragazze” de’ “Lombelicodelmondo” e hanno giocato i nostri bambini sollecitati dal mago, con lo stesso spirito con cui ragazzi e adulti hanno portato i piatti in tavola.

Con Gesù dentro di noi perché si fa cibo nell’Eucarestia, con la gioia di riconoscersi suo Corpo in quanto Chiesa, siamo “costretti” dallo Spirito di Gesù a buttarci fuori di noi.
Il nostro sagrato dà su via Feraboli, su una strada che - non solo idealmente - unisce i quartieri che fanno la Parrocchia; il nostro sagrato quasi ci invita ad uscire nei quartieri per vivere quella missione che Gesù ci affida. Siamo chiamati e inviati da Gesù ad essere in questi nostri quartieri “facilitatori” di convivenza tra tutti, essere “pontefici”, cioè comunità che costruisce ponti che uniscono, essere partecipi delle iniziative fatte per il bene della gente e che ci sono e crescono nel nostro territorio. L’invitare anche quest’anno le Associazioni con i loro stands, avere un Gruppo rom che rallegra la nostra festa, invitare tutti a fare “dolce o salato” sono solo segni che abbiamo voglia di essere - nel nome di Gesù - costruttori e operatori di pace qui, nel Gratosoglio.
Questo è un carisma che la nostra Comunità ha ricevuto e possiede: ci viene dal nostro Patrono, San Barnaba, grande missionario. Nel DNA della nostra Comunità c’è perciò il buttarsi fuori, non possiamo che fare questo!

Alla luce di tutto non si può che ringraziare.
Grazie a Dio Trinità d’Amore, che in Gesù Cristo si fa cibo per noi, ci fa Chiesa nel nome di Gesù, che ci “butta fuori” in missione, che in questi ultimi mesi ci ha dato il coraggio e la forza di affrontare l’impresa di “sistemare” la chiesa e il sagrato e che ci ha dato la capacità e la generosità per portarla a termine
Grazie a tutti noi, un grosso Grazie vicendevole
a don Giuseppe, al Consiglio Pastorale e al Consiglio Affari Economici che con competenza, programmazione e impegno hanno preparato e seguito i lavori
ai volontari che si sono spesi con abnegazione e passione e che hanno permesso di vivere i disagi di questi mesi senza eccessive sofferenze
alla generosità di tanti che offrono il loro contributo economico che permette di affrontare le spese e i debiti: alcuni hanno dato tanto, ma la goccia di molti è preziosa
alla Curia di Milano che ha fatto da supervisore e ha sorvegliato sulla correttezza dei lavori
ai Professionisti e alle Imprese che hanno permesso di “dare corpo” al nostro sogno, e far sì che coloro che entrano in questa chiesa ne rimangono stupiti
al Comune di Milano col cui contributo possiamo essere più tranquilli nel pagare i debiti
Grazie a te, san Barnaba, che ami questa Comunità, che la animi col tuo esempio e che la conduci con la tua carità.
San Barnaba, continua a proteggerci e prega per noi.