02 ottobre 2009

ULTIMISSIME DA NAIROBI - 15 luglio 2009

Pace e bene a tutti quanti.

Questa volta il silenzio è stato proprio lungo.
I mesi scorsi per me sono stati ricchi e non facili, ma quando cerco di scrivere qualcosa non riesco a concretizzarlo in novità degne di nota, inoltre le "preoccupazioni" quotidiane mi hanno preso la mano, così come gli " alti e bassi" di umore, per cui ho lasciato perdere lo scrivere.
A maggio due coppie di amici di Milano mi hanno fatto la sorpresa di regalarmi un pellegrinaggio in Terra Santa, proprio nei giorni in cui il Papa era là. È stato un dono grandissimo del Padre. Me ne accorgo dal fatto che la pace e le riflessioni di quei giorni invece che affievolirsi continuano a rigenerarsi, a ripresentarmisi alla mente; come quando si torna su un testo, un brano biblico e ci si accorge di sempre nuovi e sorprendenti significati. Penso spesso ai momenti passati nella Basilica della Risurrezione o all’erta salita dietro il Getsemani fin sul monte dell’Ascensione, a quanto è avvenuto là, a Cristo che passa in quei luoghi. Ascolto la Parola letta e ricevuta tante volte consapevole della Sua concretezza. Ricordo anche le persone incontrate e quelle con cui ho condiviso quei momenti. L’ultimo giorno al Getsemani l’ho passato ripensando a quanti conosco e ho incontrato che stanno sulla croce...

Tornato da Israele mi sono ritrovato da solo: don Christopher, il prete indiano arrivato per darci una mano è ancora a Nairobi a studiare, don Luciano è stato per qualche settimana a predicare ritiri, adesso si trova in Tanzania a studiare swahili, tornerà questo fine settimana. In sè il lavoro non è aumentato, ma sono aumentati gli imprevisti, che prima erano condivisi.

Ho praticamente abbandonato la speranza di portare avanti uno studio blandamente sistematico della lingua, e mi sono messo in attesa di un fantomatico "break" per approfondire questo benedetto swahili. Me la cavo con l'inglese e intuendo, molto spesso erroneamente, quello che la gente mi dice con le poche parole che so. Ho cominciato le prime attività: un Gruppo biblico (primo incontro 3, secondo incontro 0, terzo incontro 1, quarto 2, quinto 1 ... vediamo, sembrano i punti del Verona nell’ultima stagione ...); Formazione per i giovani, gruppo liturgico. Tra qualche settimana vorrei cominciare col consiglio economico e caritativo, un percorso per coppie conviventi (la stragrande maggioranza qui). Mi scontro continuamente col tenta
tivo di far capire alla gente che non sono un inviato della Banca d’Italia. In realtà tutti guardano ad ogni "mzungo", al bianco, come uno un po’ sciocco ma pieno di soldi, immagine presa un po’ dai molti turisti che non si fanno problemi a pagare un pranzo sei volte più del prezzo, un po’ dalle tante iniziative (soprattutto ecclesiali) portate avanti col sostegno dell'estero.
Continuiamo a cercare la strada per testimoniare efficacemente "la paternità di Dio e la Sua amorevole Provvidenza", come dicono le nostre costituzioni. Tiro avanti a parlare di Gesù Cristo e Provvidenza anche se me li immagino a dirsi tra se stessi: "Sì, sì, la provvidenza che viene dall'Europa". Le parole scivolano su un’esperienza di vita che le contraddice. Poi ci sono i momenti in cui tutto si riconcilia: un incontro, una parola, ... Nei giorni scorsi il funerale di una delle responsabili di una comunità di base morta a cinquant’anni di AIDS è stato un momento emozionante: le danze, i canti la celebrazione lunghissima di discorsi e pause che lasciava il tempo di contemplare il mistero della morte. Tutti partecipano con qualche gesto: qualche ricordo della morta, le foto, il pugno di terra sulla bara, a turno si riempie la fossa, chi canta e balla, e poi tutti mangiano a casa del defunto. Gesti semplici che invitano a riflettere. Per il resto è arrivato il freddo (di notte, di giorno, vento a parte, fa caldo) ma non è arrivata la pioggia. Granoturco e fagioli, il raccolto con cui la gente mangia, sono tutti persi. Governo, Chiesa e varie organizzazioni distribuiscono cibo un po’ a tutti, ma è penoso dipendere dalla carità altrui, veder svanire il frutto del proprio lavoro.

Nell’attività con i ragazzi di strada è forse il momento più bello: si sono inseriti e stanno rispondendo bene alle attività (sarebbe bello parlare un po’ dei loro educatori: a volte verrebbe da prenderli a sedie in testa). E poi come sempre con i ragazzi ci sono i momenti che spezzano tutte le tensioni: Joseph invitato dall’educatore a spiegare come cavolo aveva fatto ad insudiciarsi in quella maniera, che gli mima come, per insegnare all’agnello che non gli obbediva, l’aveva preso in braccio e sculacciato sonoramente.

Fra qualche mese comincerà il loro reinserimento in famiglia o in altri centri e il “lavoro” si farà un po’ triste...

Basta. Prego per ciascuno di voi (... più o meno fedelmente) perché "Colui che in tutto ha potere di fare molto più di quanto possiamo pensare o sperare" vi riempia delle Sue benedizioni. Portate pazienza per le lettere: sono alla metà di Aprile, ma quando torna Luciano ...

Buone vacanze a tutti, don Renato