19 febbraio 2010

ULTIMISSIME DA HONG KONG

Caro Don Giorgio,

come stai? Spero che tu stia bene. Scusami tanto per non aver scritto una mail per ringraziarti per tutto quello che hai fatto per la nostra comunità'. Avevo ricevuto il soldo che ci avevi mandato attraverso la banca. Però non potevo mandarti una mail perché avevo qualche problema con il visto per andare in Cina. Come ti avevo detto che andavo ogni tanto con un gruppo dei giovani in Cina per aiutare i bambini disabili. L'ultima volta, quando ero lì, ho celebrato la messa insieme con i bambini: era vietato secondo la regola della Cina. Hanno scoperto questo e ho avuto dei problemi con il visto. Avevo paura che non mi lasciavano più entrare, però con la grazia di Dio ho potuto andare ancora la settimana scorsa. Chiedo a voi di pregare per la Cina e per la nostra comunità. Tutto il resto va molto bene. Ti ringrazio per tutto. Volevo dirti che finalmente riuscirò a venire in Italia alla fine di Maggio per un mese dopo 6 anni. Verrò a trovarti e con-celebrare una messa con te. Sarò contento di rivedere te e tutti i nostri amici di Gratosoglio. Volevo ringraziare tutta la comunità e allora ho scritto qualcosa per loro.

Cari amici di San Barnaba,

Come state? Spero che state bene. Da tanto tempo che volevo scrivere una lettera a tutti voi. Scusatemi tanto per il ritardo. Spesso mi trovo da solo in parrocchia perché il prete che lavora con me è molto impegnato in diocesi con altri incarichi e poi vado spesso in Cina con un gruppo dei giovani per aiutare i bambini disabili.

Come sapete già, sono partito per Hong Kong (Cina) sei anni fa’. Ho dedicato due anni per imparare la lingua. Adesso lavoro come coadiutore nella parrocchia di San Tommaso Apostolo da tre anni. Per dire la verità faccio ancora fatica a capire questa lingua e penso che questa fatica rimarrà per tutta la vita. Spesso quando faccio le riunioni con i parrocchiani il mio cervello si spegneva dopo dieci-quindici minuti, affaticato dallo sforzo di concentrazione massima per riuscire a capire quello che si diceva. Allora mi ricordo qualcuno di voi che mi prendeva in giro per il mio Italiano quando ero con voi. Queste sono la esperienze dei missionari che sono qua da tanti anni. Questo mi dà qualche consolazione. Per me è una grande fatica uscire a mangiare con i parrocchiani, pensando che devo parlare cinese con loro. Alla fine torno a casa col mal di testa, dopo aver parlato cinese durante il pasto. Dopo cinque anni riesco a comunicare in cinese senza farmi venire molto il mal di testa.

I battezzati sono circa sette mila e la presenza alle messe domenicali sono più o meno 1500 persone. La mia parrocchia sta in una isola che si chiama Tsing Yi, ha quasi 150 mila abitanti. Pensate voi quanta gente c’è ancora che non ha possibilità di conoscere Gesù.

Sono arrivato a Hong Kong dopo il suo ritorno alla Cina nel 1999, ma la situazione non è cambiata tantissimo. C’è la Basic Law (n.d.r.: Legge fondamentale di Hong Kong), che garantisce all’ex Colonia Britannica, ancora per cinquanta’anni, una certa autonomia dalla Cina. Autonomia che, però, sta venendo progressivamente meno in alcuni settori, in particolare quello politico, dove sulle questioni che dispiacciono al governo cinese cala un velo di censura. Dal punto di vista della libertà religiosa, a Hong Kong non ci sono problemi, ma se un sacerdote vuole andare in Cina deve rilasciare una dichiarazione firmata di non fare opera missionaria. Io che non ho obbedito per una volta, ho dovuto affrontare la conseguenza.

A Hong Kong, dove le parrocchie sono molto organizzate e ci sono tantissimi incontri, gruppi, associazioni che si occupano di vari aspetti. Il lavoro non manca. Il mio compito consiste non solo nel coordinare la vita pastorale, ma anche nel dare uno slancio missionario, di annuncio. Cerchiamo di essere presenti in alcuni punti di ritrovo, per le strade, nei centri commerciali, la palestra (dove vado a fare palestra e anche per incontrare i giovani) presentando le varie iniziative della parrocchia.

Hong Kong è un fazzoletto di terra, ma ha sette milioni di abitanti, con un’altissima densità di popolazione. È gente molto impegnata e per questo gli incontri della parrocchia sono alle 20.30. Eppure c’è sempre chi partecipa, magari portandosi dietro un panino, perché arriva direttamente dal lavoro. Un bell’esempio per tutti noi.

Prendo quest’occasione per ringraziarvi per la grande generosità; voi avete fatto per la mia comunità, per la casa dei anziani, per i bambini disabili della Cina, e per i poveri delle Filippine. Grazie per la vostra fiducia. Ho tanto voglia di vedervi. Sono quasi sicuro di venire in Italia alla fine di Maggio di quest’Anno e sarò in Italia per un mese.

Ci vediamo presto
Vi voglio bene.
P.Jomon Varghese Pime.


Vi mando qualche foto della casa degli anziani in Cina e dei bambini filippini. Grazie al vostro aiuto i bambini hanno potuto andare in scuola con nuovi vestiti per capodanno.

Don Giorgio, Se qualcuno dei nostri parrocchiani vuole adottare qualche bambino a distanza, mi fai sapere per favore.