05 marzo 2010

FORMAZIONE MINISTRI LITURGICI

Nell’ambito dei programmati incontri di Formazione dei Ministri Liturgici, Mercoledì 10 febbraio u.s. è stato affrontato, fra l’altro, il tema della Messa, con particolare riferimento al “come ci si va”, a “cosa correggere della prassi liturgica”, a “come continuare la Messa nella vita quotidiana del credente”.
Riportiamo, qui di seguito, la sintesi di ciò che è emerso dall’esercitazione condotta dai tre gruppi di lavoro appositamente impegnati sulle citate questioni.

“Atteggiamenti corretti e scorretti nell’andare a Messa”

Se celebrare l’Eucaristia è celebrare il Mistero Pasquale,
se l’eucaristia è il Mistero pasquale celebrato,
se in ogni Eucaristia riceviamo tanti doni,
se l’Eucaristia ci trasfigura, ci trasforma, “ci rende Cristo” attraverso i momenti celebrati,
allora il nostro atteggiamento nell’andare a Messa deve tener conto di tutto ciò.

Il gruppo ha posto particolare attenzione ai seguenti argomenti:
La preparazione è importante: nell’informatore parrocchiale vengono puntualmente ricordate le letture domenicali, tutti dovremmo trovare il tempo per dare un’occhiata ai brani, in particolare i lettori che dovrebbero evitare l’improvvisazione e provare le letture anche ad alta voce.
I componenti del coro dovrebbero partecipare alle prove e soprattutto non arrivare in chiesa all’ultimo momento: è anche una forma di rispetto per chi si è impegnato seriamente e ha dedicato il suo tempo alle prove.
La puntualità è importante: essere presenti fin dall’inizio della celebrazione è segno di una partecipazione viva e consapevole, che non si lascia sfuggire nemmeno l’occasione del canto d’ingresso per farsi introdurre nel mistero di Cristo celebrato nel tempo. A maggior ragione devono essere puntuali tutti i ministri liturgici; anzi devono essere in chiesa in anticipo per poter preparare quanto necessario alla celebrazione (canti, letture, cestini per le offerte, preghiera dei fedeli) e per prendere accordi per il corretto svolgimento della celebrazione. Questo farà sì che, senza la frenesia delle cose da fare in fretta, anche i ministri possano concentrarsi e partecipare serenamente alla funzione.
Il silenzio è importante: tacere per ascoltare è un gesto che non sempre viene capito dalla comunità. Si tratta di un atteggiamento positivo e attivo, non di una perdita di tempo. Il silenzio non è mai un tempo ”vuoto”: anzi lo si riempie della Parola ascoltata che diventa meditazione; prima della Messa per favorire la concentrazione su quanto sta per accadere, durante lo svolgimento della celebrazione e soprattutto dopo l’omelia e dopo la Comunione.
La sincronia nella preghiera comune è importante: l’armonia delle voci esprime la concordia e l’unità dei credenti; bisognerebbe adeguare il ritmo della preghiera a quello del sacerdote o del direttore di assemblea.
Anche l’abbigliamento è importante: il caldo non giustifica un abbigliamento da spiaggia.

“Cosa correggere della prassi liturgica, delle scelte che facciamo come ministri liturgici?”

nella S. Messa è l’assemblea tutta che, insieme al Presidente, celebra il mistero, quindi tutte le azioni e le preghiere devono sempre essere corali;
il Direttore di Assemblea ha il compito di seguire l’assemblea nei gesti comuni e nelle preghiere e, quando sia opportuno, intervenire per uniformare il ritmo;
le letture non devono essere semplicemente lette, ma proclamate e ciò richiede una preparazione non all’ultimo momento;
le preghiere dei fedeli devono essere proposte con voce chiara e sicura, usando opportunamente il microfono;
si è avvertita l’opportunità di ricordare all’assemblea le modalità per accostarsi a ricevere la comunione in modo da evitare forme devozionali non previste.

“Come continuare la Messa nella vita quotidiana del credente”

Ci è sembrato un argomento dalla risposta scontata: nella vita si attua tutto ciò che si è appreso dall’incontro con il Signore ed è difficile descrivere come.
Un suggerimento ci è parso utile: riprendere il Vangelo della domenica e meditarlo durante la settimana per poterlo meglio assimilare.
Ma anche gli interrogativi qualche volta fanno parte della nostro cammino non scontato: in me questa eucaristia ha cambiato qualche cosa? Questa settimana che impegno preciso posso prendermi?
Andare a Messa è anche presentare le fatiche della settimana al Signore e ricevere forza per poter dare agli altri qualcosa di autentico, di vero, di noi.
La relazione con il Signore ci rende aperti, pronti per la relazione con gli altri nella vita quotidiana.
La Messa è un evento da vivere anche nei momenti di difficoltà. Essa ci nutre, ci sostiene, ci offre un appoggio sicuro nei momenti dolorosi.
Alla Messa noi sentiamo tante parole che possiamo “evitare” o “entrarci dentro”. Se decidiamo di entrarci dentro diventiamo più sensibili anche ai problemi degli altri. Allora ad esempio sul luogo di lavoro vediamo ingiustizie di cui sono vittima tanti fratelli e sorelle che in questo momento rischiano di perdere o perdono il lavoro.
A livello sociale diventa evidente l’incoerenza tra coloro che si professano cristiani, ascoltano tante parole nella Messa, ma poi non le mettono in pratica nelle scelte concrete. Anche durante le riunioni si assiste al protagonismo di alcuni che si fermano sui principi e non muovono un passo verso gli altri. Passi che vanno fatti andando incontro anche a chi non è della nostra religione.