29 maggio 2010

FESTA “SCONFINATA”

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo Gesù,
con cui ho condiviso la fede in Gesù Cristo in questi anni, vi saluto con affetto nell’imminenza della nostra Festa Patronale che vogliamo vivere con gioia piena.
Quella di quest’anno è certamente una Festa Patronale particolare, che ci chiede di allargare gli orizzonti, perché è alle porte la nascita della Comunità Pastorale (a settembre) che porterà come conseguenza l’arrivo di don Marcellino come nuovo Parroco (anche di Maria Madre della Chiesa) e la mia partenza da Milano.
Non c’è da temere: questa non sarà l’ultima Festa Patronale, perché la Parrocchia (in quanto ente, istituzione) continuerà ad esistere, ci sarà sempre una Comunità cristiana che continuerà a mettersi in ascolto della Parola di Gesù, a celebrare l’Eucarestia, a impegnarsi con la solita generosità … Certo, tutto avrà uno stile di comunione intensa con la Parrocchia di Maria Madre della Chiesa, ma la dimensione “particolare” rimarrà.
Sicuramente la presenza di don Marcellino come unico Parroco di entrambe le Parrocchie farà assumere modalità più comunitarie, ma ci sarà sempre l’attenzione a valorizzare le “diversità” che diventano ricchezza condivisa e non confronto o contrapposizione.
Proprio queste novità richiedono di guardare con occhi aperti e nuovi la realtà e di andare OLTRE I CONFINI, come suggerisce il motto della Festa Patronale che vivremo quest’anno. In questo slogan è racchiusa una chiamata del Signore che tocca diversi aspetti.
Se ci mettiamo davanti a Dio, questa chiamata appare in tutta la sua forma eclatante e incontrovertibile: Dio va oltre qualsiasi confine, anche quello che noi poniamo davanti a Lui, cioè il nostro peccare, il nostro rifiuto di Lui e del suo Amore. Chi può fermare la misericordia del Padre? E poi basta guardare il Crocifisso … basta conoscere lo Spirito Santo e la sua opera … basta ricordare il comando di Gesù alla sua Chiesa di “andare in tutto il mondo”…
È una chiamata ad andare oltre i confini delle due Parrocchie per diventare una nuova realtà pastorale: alcune fatiche sono già emerse in questi mesi di più intensa collaborazione e programmazione, ma l’aver preso consapevolezza di quanto è richiesto fa ben sperare per i prossimi mesi.
È una chiamata ad essere disponibili all’arrivo di don Marcellino. È naturale fare paragoni (qualcuno parla ancora di don Alberto, qualche giorno fa mi hanno chiamato “don Vittorio”…), è scontato l’attaccamento alle persone, ma è ora di andare oltre i confini del cuore per imparare ad avere relazioni affettive “forti” (forse basta la parola “cristiane”). Non è questione di insensibilità, ma di lasciarsi guidare dallo Spirito d’Amore che abbiamo ricevuto e che nella Chiesa spinge a vivere il cambiamento del Parroco come un nuovo dono e una nuova possibilità. Certamente la meditazione del Decano don Giuseppe Vegezzi (Giovedì 3 Giugno) aiuterà a dare il giusto risalto alla presenza e all’opera del prete in una Comunità Cristiana, ma servirà anche la Messa in suffragio di don Alberto e Mons. Marelli (4 Giugno)
È una chiamata ad andare con fiducia nel Signore Gesù e nel suo Spirito oltre i confini che prima di tutto sono dentro di noi, nel nostro cuore. Siamo noi che stabiliamo i confini, magari profittando di monti, fiumi, strade o costruendo barriere e fossati. Ci è chiesto innanzitutto di non credere alla “forza” (o paura?) che spinge a creare lontananze e a estirpare la radice delle divisioni. Perché se scendiamo nel profondo del nostro cuore scopriamo, in verità, l’assenza dei confini ed emerge una fondamentale uguaglianza tra tutti, a qualsiasi “parrocchia” (condizione sociale, religiosa, culturale, religiosa …) si appartenga. “Non vogliamo stranieri tra noi!”… perché non esistono, perché tutti sono persone come noi e noi non vogliamo costruire confini dentro e fuori!
È una chiamata che giunge in tempi in cui “l’andazzo delle cose” spinge a rinchiuderci e a lasciarci andare ad una certa inerzia, che frena dal dedicarsi agli altri con semplicità e spontaneità. Vale la pena anche superare il confine della “freddezza” che può subentrare quando ci si rimane “inerti” davanti alla difficile situazione sociale che stiamo subendo. Sarà bello durante la nostra Festa vedere le Associazioni che “lavorano” sul territorio farsi conoscere meglio, mostrare le loro energie e mettersi in rete. Ma sarà più bello vedere tanti di noi che danno una mano per fare eccezionale questo appuntamento.
Per tutti questi motivi, ci auguriamo vicendevolmente “Buona festa”.
don Giorgio