18 febbraio 2011

Verbale CC.PP.PP

Cronaca dei lavori dei CC.PP.PP. congiunti
Maria Madre della Chiesa - San Barnaba in Gratosoglio
del 3 FEBBRAIO 2011 - presso il Centro Parrocchiale Vittoria

I due consigli pastorali si sono riuniti per discutere sul seguente Ordine del giorno:

1) Riflessione su Filippesi 4,4-9:
4 Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi.
5 La vostra mansuetudine sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino. 6 Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. 7 E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.
8 Quindi, fratelli, tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei vostri pensieri. 9 Le cose che avete imparate, ricevute, udite da me e viste in me, fatele; e il Dio della pace sarà con voi.

2) Approvazione Verbale del 30 novembre;
3) Siamo chiamati a riflettere sulla Festa Patronale, in anticipo per consentire alla Commissione di prepararla senza fretta; ci aiutiamo con queste domande:
- Quale motivo hai tu per partecipare alla festa?
- Quale il senso da privilegiare, secondo te, nella festa 2011?
- Ripensando all’ultima festa, quale ricchezza ti sei portato via?
- Hai in mente un titolo? (Utile per l’eventuale richiesta di finanziamento comunale)
4) Varie ed eventuali.

Moderatore: Roberto Vecchio

Dopo la preghiera a San Barnaba e la lettura del testo paolino, don Marcellino invita a riflettere sul senso del celebrare la festa del Patrono. I richiami di Paolo guardano la vita interna della comunità e la pace, che è la pace del cuore, fondata sulla capacità di custodire i cuori ed i pensieri in Cristo Gesù. Questa pace permette di partecipare con cordialità alle cose buone. Quando la comunità sa custodire il cuore della propria esistenza sa anche partecipare alle cose del mondo facendo festa.
Interviene Mosconi chiedendo che il verbale del CPP venga di nuovo pubblicato sul bollettino parrocchiale.
Dopo l’approvazione del verbale, si passa ad esaminare il 4° punto all’O.d.G.
Vecchio: la festa patronale per me è un’opportunità per comunicare a noi e ad altri la letizia e l’apertura di cuore che ci vengono dall’incontro con Cristo; propongo di dare un tema comune alla Festa 2011, cioè l’educazione presente nel territorio: nella scuola, in parrocchia, nelle associazioni e movimenti; come titolo propongo “Il volto della comunità cristiana che educa”.
Mosconi: per me significa essere presente con i disabili; occorre comunicare la gioia.
Senoner: cosa intendiamo per festa patronale? 1 sola o 2 oppure una per ogni parrocchia ed una comunitaria; di solito a Maria Madre della Chiesa si teneva a settembre, coinvolgendo tutta la comunità per 3 o 4 giorni, con grande partecipazione di tutti e grande gioia.
Don Marcellino chiarisce che a tema è la festa di San Barnaba e sottolinea i punti emersi: coinvolgimento di tutti, gioia, partenza dagli ultimi, occasione di incontro, tema unitario.
Altri consiglieri ricordano che si era prospettata un’unica festa per le due comunità, indicando anche il luogo di svolgimento: ora invece è stato chiarito che le feste saranno due in quest’anno di transizione, in cui le due parrocchie si aiuteranno nell’organizzare le reciproche feste. Alla richiesta di maggiori informazioni sullo svolgimento della festa, Valsecchi ricorda come da anni la festa si incentri su 3 momenti: la Festa liturgica di San Barnaba, la Messa domenicale e la cena comunitaria del sabato sera; negli ultimi 3 anni ci si è aperti al territorio sulla Via Feraboli, coinvolgendo le associazioni del quartiere.
Giuliani pone la domanda”Chi è al centro della festa?”E’ Cristo, amico di tutti e vogliamo condividere con tutti la gioia di questa scoperta. Altro aspetto importante è quello dell’accoglienza, in particolare verso quelli che non frequentano la nostra comunità, perché non sono della nostra religione, perché stranieri o emarginati. Questi devono essere al centro della festa.
Anche l’aspetto del confronto, che era un obbiettivo della festa, deve ancora realizzarsi pienamente, anche nei CPP, dove occorre avere una visione complessiva senza perdere di vista i particolari, essere consapevoli di essere inseriti in un sistema complesso, ma che ha il suo punto di riferimento in Gesù Cristo.
Semenzato ed altri ricordano che la festa si svolge su due piani: uno rivolto alla comunità cristiana, ed uno al territorio, a cui si comunica la gioia.
Bonomi sottolinea che un motivo per far festa è quello di far sentire viva ed operante la Parrocchia e suggerisce il titolo “C’è un posto anche per te”.
Daniele osserva che bisogna fare attenzione ai molti musulmani presenti nel territorio ed approfittare della festa per incontrarli
Susanni apprezza l’attenzione al territorio, oltre a quella religiosa e suggerisce di tener distinte le due feste, ma con un unico tema.
Mastrorillo ricorda che la dimensione della missionarietà è sempre stata presente e l’apertura al territorio, suggerita anche dagli incontri con la comunità di Sant’Egidio, consente di comunicare che insieme possiamo lavorare per la crescita dell’uomo, pur partendo da posizioni diverse.
Chisena sottolinea che occorre dare testimonianza dell’amore e vedere gli altri come famiglia di Dio, senza separare il discorso spirituale da quello di apertura al territorio.
Mosconi propone i titolo “dimmi…dammi…dal cuore”.
De Silvestri ribadisce che per forza la festa è su due livelli perchè siamo noi a fare un passo verso gli altri uscendo dalla chiesa e riversiamo su di loro la gioia che ci raccoglie intorno a Gesù.
de Nisco osserva come la preparazione della festa sia la cosa più bella; e che occorre che ne rimanga il ricordo, attraverso cui la gente si sente parte della comunità.
Don Marcellino ringrazia per l’approfondimento e, richiamando la lettera ai Filippesi, sottolinea che c’è un cuore che la festa ha ed un prender corpo e queste due realtà van tenute insieme. La festa è un’occasione per verificarci e riscoprire come curare il “prender corpo” nel territorio. Non è obbligatorio fare la festa, ma abbiamo scelto di farne1-2 o anche 3, a cui potremmo prepararci facendo una verifica della nostra vita comunitaria.
In questa festa la dimensione di apertura al territorio deve portare all’impegno personale per coinvolgere tutti e l’atteggiamento richiesto è quello di una testimonianza gioiosa (che non significa superficialità) e scaturisce dalle cose belle che dobbiamo far emergere.
Importante che rimanga una memoria condivisa e che si invitino le associazioni al servizio della persona.

Nelle Varie viene presentato il progetto redatto dalla Commissione Famiglia dell’apertura di uno spazio bimbi a favore delle mamme con bimbi piccoli.
Durante l’ampio dibattito vengono espressi pareri a favore (necessità di ascoltare la richiesta di mamme che desiderano restare legate all’ambito parrocchiale nonostante l’impegno dei bimbi piccoli e primo inizio di una catechesi 0-7 anni) e pareri contrari (spazio indecente, necessità di contattare prima il CAEP ed inserire la proposta in un progetto più ampio dell’oratorio, spazio utilizzato dal cancello aperto e dall’USSB); al termine il parroco decide di sospendere momentaneamente il progetto, che potrebbe essere avviato nei locali di Maria Madre della chiesa, constatando che siamo tutti d’accordo sull’attenzione ma non sulle modalità.